Published On: Ven, Mar 24th, 2023

Quanto costa un m3 di acqua?

La giornata mondiale dell’acqua mi ha portato a riflettere anche su questioni quotidiane, relative ad approvvigionamento e costi di una risorsa sempre più importante. L’altro giorno mia madre ha ricevuto le spese condominiali. Le spese riguardano la fornitura di acqua fredda, il riscaldamento ed altre spese comuni, come le pulizie. Il costo esibito dall’amministrazione condominiale per la fornitura dell’acqua fredda, di oltre 3 Euro al metrocubo, mi ha francamente stupito, per cui ho deciso di svolgere, quasi col piglio del ragioniere, alcuni approfondimenti a riguardo, contattando il gestore della rete idrica ed il fornitore.

Innanzitutto, come funziona il servizio idrico?

Esso è integrato e costituito dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue. Il servizio, proprio come gli altri, è sottoposto ad un’autorità di controllo (come per l’elettricità ed il gas tale autorità è ARERA) ed è stato soggetto anch’esso al cosiddetto “unbundling” per le diverse funzioni. L’autorità ha competenze in materia tariffaria, individuando i costi efficienti per gli investimenti e per l’esercizio e predispone una revisione periodica del metodo tariffario, stabilendo non le tariffe quanto i metodi per determinarle. Tali tariffe vengono applicate dal soggetto competente, ovvero il fornitore dell’acqua potabile nelle civili abitazioni.

All’interno di condomini è possibile che l’utenza sia unica e che venga poi ripartita con criteri perequativi sulle diverse sub-utenze (ovvero gli appartamenti). Tralasciando questioni di dettaglio è importante sottolineare come l’impostazione delle tariffe sia sostanzialmente costituita da una formula binomia del tipo:

Costo = K + A·x [€]

Dove x è il consumo di acqua in m3 e K è una costante che tiene conto della gestione del contatore e di altri costi fissi. È appena il caso di ricordare che il parametro A si compone dei costi di fornitura dell’acqua, ma anche di quelli della fognatura e della depurazione, nella logica del ciclo integrato. Dopo aver chiesto al mio comune il dettaglio sulle tariffe ho scoperto che esse sono pensate a scaglioni. Ad esempio, per il comune di Rovereto (Fig.1), anno 2022:

Fig. 1 – Comune di Rovereto 

 Supponiamo che ogni contatore si riferisca ad un unico residente, la fornitura dell’acqua per circa 250 litri al giorno è ridottissima (meno di 2 cent a metro cubo). Non è un caso che la dotazione idrica pro capite sia proprio 250 litri per abitante al giorno, almeno in Provincia di Trento, come stabilito dall’art. 7 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche. Un approccio simile, con un volume d’acqua in sostanziale franchigia è adottato anche da altri Ambiti Territoriali (ad esempio in Valdarno da 19 a 147 m3 l’anno, in funzione del numero di residenti, vedi Nuove Acque.

I COSTI DEL CICLO IDRICO INTEGRATO

I costi del ciclo idrico integrato si compongono dei costi concessori, della gestione delle opere di derivazione e di eventuale pompaggio dell’acqua, del trattamento con cloro o con processi di potabilizzazione più spinti, della manutenzione della rete idrica attraverso i fontanieri, e dei nuovi investimenti, oltre che dei costi di lettura e gestione dei contatori e del personale amministrativo.

Ci sono poi i costi dovuti agli impianti fognari ed alla depurazione che, per scelta del Comune di Rovereto, sono sul 100% dell’acqua consumata (in altre realtà considerando diverse perdite, si considera un percentuale del 75-80%). L’autority può entrare nel merito del livello di servizio in termini di effettive ore di fornitura o di fuori servizio degli impianti, ma non con riferimento ai parametri di qualità dell’acqua che arriva ai nostri rubinetti. Per questi parametri i controlli sono delle Aziende Sanitarie Locali.

Ed allora, quanto costa un m3 di acqua potabile?

Il compitino, fatto per un nucleo familiare di due adulti e due bambini nel Comune di Rovereto, può essere così svolto, ipotizzando:

  • consumo giornaliero, per persona adulta: 150 litri
  • consumo giornaliero, per ogni bambino: 80 litri

Si ottiene un volume annuo di acqua utilizzata di 168 m3 da cui si può calcolare:

  • costo della fornitura sui diversi scaglioni: 31,40 Euro
  • costo dei servizi di fognatura e depurazione: 167,70 Euro
  • costi fissi per contatore: 56,50 Euro

Dunque, l’acqua potabile fornita a casa costa 0,19 €/m3, ma considerando costi fissi, di fognatura e depurazione, si arriva a 1,52 €/m3. Confrontando questi costi con un altro ambito territoriale (ad esempio in Valdarno, con costi esposti in modo molto trasparente dal gestore locale), con lo stesso consumo si avrebbero costi unitari di circa 3,55 € (1,84 € considerando la sola fornitura).

La realtà roveretana, probabilmente, vince facile per questa importantissima commodity, abbondante e disponibile per caduta dalla purissima fonte dello Spino, con uffici tecnici ed amministrativi particolarmente efficienti (e che ringrazio per avermi orientato nel reperire le informazioni). Quando l’acqua deve essere pompata e trattata in modo spinto è certamente più costosa.

Pertanto, nell’invitare i miei cittadini a bere l’acqua potabile che sgorga dal rubinetto, e nel riflettere sul suo costo, non solo economico, e sulla sua importanza, chiedo agli altri lettori: nel vostro ambito territoriale, quanto costa un metro cubo di acqua potabile? Il passo successivo sarà riflettere sul suo vero valore!

Vi lascio con questa utile vignetta di Nicola Canal:

Risparmio idrico di Nicola Canal

About the Author

- ingegnere per l’ambiente ed il territorio, laureato a Trento, si è sempre occupato di progettazione idroelettrica, mercato dell’energia, idraulica ed ambiente. Ha numerose esperienze lavorative internazionali (Brasile, Africa centrale, Australia) ed una passione per la geografia e la cultura classica. Questa passione lo ha portato a laurearsi in geografia nel 2020 con una tesi sugli itinerari culturali. Velleità da periegeta e da geografo naïve non lo distolgono dal grande obiettivo di sensibilizzare le persone rispetto al tema dell’energia, della sua produzione, del risparmio ed in un’ultima analisi della strategica importanza che questa commodity riveste. Il progetto GeoMagazine lo ha convinto sin dall’inizio e, oltre che alla produzione di articoli tra scienza e contaminazioni umanistiche, a rivestire il ruolo di editore di questa pagina di comunicazione scientifica ed ambientale, con l’obiettivo di renderla un canale di informazione imparziale ed obiettivo, lontano da semplificazioni, sottintesi e qualunquismo. Un canale che si rivolge ad un pubblico variegato in termini di età e formazione, ma che si pone una regola ferrea: analizzare i problemi, suffragarli, e spiegarli in modo semplice. Lo story telling che si può invece scorgere negli articoli più leggeri vuole essere una posa di positivismo ed un’ispirazione verso mondi inesplorati, fuori e dentro di noi.