Published On: Ven, Apr 7th, 2023

Scoperto un frammento di una traduzione del Nuovo Testamento

Circa 1300 anni fa uno scriba in Palestina prese un libro dei Vangeli su cui era inciso un testo siriaco e lo cancellò. Una pratica molto in uso nel Medioevo, dove si usava cancellare, tradurre e riutilizzare i manoscritti.
La pergamena rappresenta una delle prime traduzioni, realizzata nel III secolo e ricopiata nel VI secolo su singole pagine superstiti. Ora, un medievalista dell’Accademia austriaca delle Scienze, Grigory Kessel, utilizzando la fotografia ultravioletta, è riuscito a rendere leggibili le parole perdute di questo palinsesto. Il siriaco è un dialetto aramaico orientale, parlato a Edessa e nelle regioni confinanti della Mesopotamia, largamente affermatosi come lingua letteraria della Chiesa siriaca, entrato in crisi a seguito della conquista araba e quasi estintosi nel XIII secolo.

IL QUARTO MANOSCRITTO

La tradizione del cristianesimo siriaco conosce diverse traduzioni dell’Antico e del Nuovo Testamento“, afferma il medievalista. Fino a poco tempo fa solo due manoscritti contenevano la traduzione in antico siriaco dei vangeli: uno è conservato nella British Library di Londra, l’altro è stato scoperto come palinsesto nel monastero di Santa Caterina sul Monte Sinai. I frammenti di un terzo manoscritto sono stati recentemente individuati nel corso del “Sinai Palimpsests Project“.

Credit: Biblioteca Vaticana

Quello rilevato da Kessel nella biblioteca vaticana, che è uno dei più antichi, può essere considerato come il quarto testimone testuale.
E’ ora l’unico residuo noto che attesta la versione in antico siriaco e offre un accesso unico alla primissima fase della storia della trasmissione testuale dei Vangeli.

Ad esempio, mentre l’originale greco di Matteo capitolo 12, versetto 1 dice: “In quel tempo Gesù passò tra i campi di grano in giorno di sabato; e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle“, la traduzione siriaca dice , “[…] cominciò a raccogliere le spighe di grano, strofinarle tra le mani e mangiarle“.

UNA GRANDE SCOPERTA

Grigory Kessel ha fatto una grande scoperta grazie alla sua profonda conoscenza degli antichi testi siriaci e delle caratteristiche della scrittura“, secondo Claudia Rapp, direttrice dell’Institute for Medieval Research presso l’OeAW.
La traduzione siriaca è stata scritta almeno un secolo prima dei più antichi manoscritti greci sopravvissuti, compreso il Codex Sinaiticus.

I risultati sono stati pubblicati sulla rivista New Testament Studies.

Risorse e riferimenti:

  • sirìaco, vocabolario Treccani  
  • Grigory Kessel, A New (Double Palimpsest) Witness to the Old Syriac Gospels (Vat. iber. 4, ff. 1 & 5), New Testament Studies (2023)

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it