Published On: Dom, Mag 12th, 2024

AR3664 e la tempesta solare più forte degli ultimi 21 anni

Il Sole sta gradualmente aumentando la sua attività mentre si avvicina al picco massimo del ciclo undecennale. Il massimo solare del ciclo di Schwabe rappresenta un periodo di intensa attività della nostra stella influenzato dal campo magnetico, evidenziato dalla frequenza e dall’intensità delle macchie solari visibili sulla sua superficie. E’ per tale motivo che si è generata l’area attiva AR3664 da cui ha avuto origine la tempesta solare più forte degli ultimi 21 anni, che ha tinto il cielo di vivide sfumature viola, verde, giallo e rosa. Nonostante svariati siti e pagine online l’abbiano descritta come il nuovo evento Carrington, noi di Geomagazine.it vi avevamo informato che l’evento sarebbe stato ben distante da quello del 1859: e così è stato.

L’Amministrazione nazionale oceanica e atmosferica degli Stati Uniti (NOAA) ha dichiarato che nessuna regione della Federal Emergency Management Agency (FEMA) ha segnalato impatti significativi alla rete elettrica o alle comunicazioni. Anche il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha confermato di non essere a conoscenza di impatti sui clienti. Il servizio internet satellitare Starlink di SpaceX, tuttavia, ha riportato un degrado del servizio, mentre Elon Musk ha assicurato che i satelliti hanno resistito nonostante la pressione. Nessun disagio anche da noi.

ESPULSIONI DI MASSA CORONALE

La prima di numerose espulsioni di massa coronale (CME), ovvero espulsioni di plasma e campi magnetici dal Sole, è avvenuta poco dopo le 16.00 GMT di venerdì, secondo lo Space Weather Prediction Center (SWPC) della NOAA, con sede negli Stati Uniti. Successivamente è stata trasformata in una tempesta geomagnetica “estrema”, la prima dalle “Tempeste di Halloween” dell’ottobre 2003 che causarono blackout in Svezia e danneggiarono le infrastrutture elettriche in Sud Africa.

A differenza dei brillamenti solari che viaggiano alla velocità della luce e raggiungono la Terra in circa otto minuti, le CME viaggiano a un ritmo più tranquillo, con la media attuale che i funzionari stimano a 800 chilometri al secondo. L’impatto sulla magnetosfera ha generato aurore boreali e SAR che non si sono limitate a un’unica regione. Gli avvistamenti sono stati segnalati in diverse parti del mondo, comprese Germania, Francia, Italia, Svizzera, Cina, Messico, Bahamas, Tasmania, Inghilterra e Spagna. Negli Stati Uniti, la tempesta solare ha spinto l’aurora boreale molto più a sud del solito, con avvistamenti confermati in Florida e in molti stati del Midwest.

TRA RISCHI E FASCINO

La NOAA ha poi emesso un raro avviso di tempesta geomagnetica in risposta a un’intensa esplosione solare, invitando operatori di centrali elettriche, veicoli spaziali e la FEMA a prendere precauzioni. Mentre gli esperti consigliano cautela, incoraggiano anche le persone a godersi lo spettacolo dell’aurora boreale e del fenomeno SAR, suggerendo che le migliori visioni potrebbero essere catturate tramite le fotocamere dei telefoni. Gli straordinari scatti che impazzano sul web sono infatti generati da lunghi tempi di esposizione ed è bene ribadirlo, perché in tanti potrebbero restare delusi dopo uno sguardo senza l’ausilio di strumenti.

La CME scatenata dalla regione attiva AR3664, che ieri ha prodotto un altro brillamento di classe X 5.8 – alle 01:39 UT, il più forte registrato sino ad ora – sebbene affascinante, presenta anche rischi potenziali per le linee di trasmissione ad alta tensione e i sistemi satellitari, con precedenti di interruzioni e danni registrati in eventi simili. Nonostante ciò, gli esperti rassicurano che eventuali interruzioni dovrebbero essere temporanee, con la promessa che i segnali di navigazione GPS torneranno alla normalità una volta che la tempesta solare si sarà definitivamente placata.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it