Published On: Lun, Apr 10th, 2023

Vesuvio, Ercolano e le correnti di densità piroclastiche durante l’eruzione del ’79 d.C.

In seguito all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. lo stato di conservazione dei corpi di Ercolano non fu dei migliori. Il motivo è stato ora confermato da un team di geologi dell’Università di Roma Tre attraverso un nuovo studio pubblicato su Scientific Report. Oltre al crollo dei tetti in seguito alla pioggia di cenere e lapilli, è noto che la città fu raggiunta da una massa di gas e particelle bollenti, che scorrendo lungo il pendio del vulcano raggiunse in poco tempo i residenti. Tali flussi prendono il nome di correnti di densità piroclastiche, e possono raggiungere e talvolta superare i 550°C. Molti corpi, pertanto, furono inceneriti, a differenza di quelli di Pompei, che erano più lontani. La conferma è giunta dall’analisi di laboratorio di legno carbonizzato rinvenuto dai siti di Ercolano. I corpi furono quindi sottoposti a gas bollenti per un periodo di tempo molto breve.

LE CORRENTI DI DENSITA’ PIROCLASTICHE

Le correnti di densità piroclastiche sono un fenomeno esplosivo eruttivo. Si tratta di miscele di roccia polverizzata, ceneri e gas caldi, che possono muoversi a velocità di centinaia di chilometri all’ora. Esse possono essere diluite, come nei picchi piroclastici, o concentrate, come nei flussi piroclastici. Sono spinte dalla gravità, il che significa che il flusso avviene in discesa.

Eruzione Vesuvio 1944 (Credit INGV)

Un flusso piroclastico è un concentrato di valanga di materiale, spesso dovuto ad un crollo di una colonna eruttiva, che crea enormi depositi che variano nel formato di cenere e sino a grandi massi. Occasionalmente, la parte superiore di una nube di flusso piroclastico (che è per lo più cenere) si staccherà dal flusso sino a centinaia di Km/h per viaggiare per conto proprio, percorrendo sino a centinaia di chilometri dalla fonte e divenendo mortali per chiunque si trovasse lungo il cammino.

La velocità e la forza di una corrente di densità piroclastica, combinata con il suo calore, significa che questi fenomeni vulcanici in genere distruggono qualsiasi cosa, sia per combustione, per schiacciamento o per entrambi. Tutto ciò che venga catturato in una densità di corrente piroclastica sarebbe gravemente colpito dalle fiamme e dai detriti (inclusi resti di qualsiasi flusso percorribile).

NON C’E’ MODO DI FUGGIRE

Un esempio infelice della distruzione causata da correnti di densità piroclastiche è la città abbandonata di Plymouth, nell’isola caraibica di Montserrat. Quando il vulcano Soufriere Hills cominciò ad eruttare violentemente nel 1996, le correnti di densità piroclastiche da nubi eruttive viaggiarono lungo le valli nelle quali molte persone avevano le loro abitazioni, inondando la città. Questa parte dell’isola è stata praticamente dichiarata chiusa, anche se è ancora possibile osservare i resti degli edifici che furono rovesciati e sepolti, oltre agli oggetti fusi dal calore.

Anche Ercolano, come dicevamo, fu poi sepolta sotto i detriti vulcanici, rendendo difficile il recupero dei corpi. Tra i resti, anche un teschio con cervello vetrificato al Collegio degli Augustali, in seguito ad una rapida risalita termica.
Gli studi in quest’area non rappresentano solo uno sguardo verso il passato, ma servono a pianificare i piani preventivi di eventuali eruzioni future.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it