Published On: Dom, Apr 16th, 2023

Gli antichi tesori dell’Iraq minacciati dal cambiamento climatico

Gli antichi tesori babilonesi sopravvissuti al tempo, ai saccheggi, alla dittatura e alla guerra, stanno nuovamente scomparendo. Portati alla luce faticosamente dagli scavi degli archeologi, oggi devono fare i conti con le tempeste di sabbia, in una terra riarsa dal caldo sempre più insistente e dalla siccità prolungata. Sono gli effetti del cambiamento climatico, che in alcune aree del mondo come l’Iraq sta divenendo una minaccia reale.
Lo scorso anno una dozzina di tempeste di sabbia hanno ricoperto le facciate in terracotta dei templi e molti manufatti di inestimabile valore. Esse hanno ricoperto una buona parte delle rovine sumere di Umm al-Aqarib, “la madre degli scorpioni“, nella provincia desertica meridionale di Dhi Qar.
Il clima che cambia sta infatti mettendo a dura prova la provincia meridionale, sempre più alle prese con la desertificazione. Siamo nella leggendaria area del Tigri e dell’Eufrate, testimone di alcune delle prime civiltà del mondo.

UNO DEI CINQUE PAESI PIU’ COLPITI

Paesaggio iracheno

Il cambiamento climatico, pur essendo un fenomeno globale, tende a manifestarsi maggiormente in alcune aree, con effetti diversi. In Iraq, oltre alle problematiche citate, si aggiunge quella delle dighe, il cui flusso è stato ridotto in modo drastico. In questo caso, tuttavia, il clima che cambia è solo uno dei fattori responsabili, a cui bisogna aggiungere l’antico sistema di irrigazione e le pratiche agricole obsolete.
Non aiutano le temperature estive che ormai superano con più frequenza i 50°C, e che spingono pastori e agricoltori a spostarsi nelle città. Abbandonando la propria terra ed esponendola al vento. I problemi di Umm al-Aqarib sono aggravati dalla salinizzazione; l’acqua evapora così rapidamente che il terreno non riassorbe i cristalli, rimanendo sotto forma di crosta. A farne le spese sono gli edifici archeologici, alle prese con le alterazioni chimiche.

UN PROBLEMA COMPLESSO E ARTICOLATO

Il governo iracheno sta lavorando per contenere le dune di sabbia con una grande iniziativa di rimboschimento, che include 5 milioni di alberi e palme da piantare su tutto il territorio. Il piano includerebbe la promozione di energia pulita e rinnovabile, nuovi progetti di irrigazione e trattamento delle acque, oltre alla riduzione del gas industriale. E’ giunto il momento di agire. 

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it