Published On: Gio, Apr 20th, 2023

Jugoslavia: 30 anni dopo la dolorosa dissoluzione, viaggio in auto elettrica

Agli inizi degli anni ’90 l’Europa ripiombò nel baratro della guerra, un po’ purtroppo come sta accadendo oggi in Ucraina. La pace in Europa durava dalla fine della seconda guerra mondiale e paradossalmente la guerra fredda celava antiche frizioni che erano solo sopite. Infatti fu proprio con l’allentarsi della contesa fra il blocco occidentale e quello sovietico, diviso dalla cortina di ferro europea, che queste antiche frizioni e insofferenze ai regimi vennero a galla. Le rivoluzioni violente avvennero in Romania e in Albania. Ci furono però anche casi di separazioni consensuali come quello della Cecoslovacchia e riunificazioni pacifiche come quello tedesco. Non andò così in Jugoslavia

Il paese simbolo dei Balcani andò incontro ad un processo doloroso di disgregazione che portò di fatto ad un decennio di guerre culminato con i bombardamenti NATO del 1999. Da un paese unico, fatto di un insieme di etnie e soprattutto di diverse religioni, sono nati 7 paesi che un tempo componevano la federazione jugoslava. L’ultimo evento corale del paese balcanico, e che tutti ricordano come l’ultimo momento gioioso, furono i Giochi Olimpici Invernali di Sarajevo 1984. Avevamo dedicato un articolo a questo evento. Il paese, che era rimasto unito sotto l’egida di Tito, iniziò a sfaldarsi formalmente il 25 giugno 1991 con la dichiarazione di indipedenza slovena. Il giorno in cui la Jugoslavia cambiò per sempre, giorno a cui abbiamo dedicato un approfondimento.

L’assedio di Sarajevo

Gli anni di guerra dietro casa nostra furono terribili. Gli spettri della seconda guerra mondiale vennero fuori, nonostante si fosse detto “mai più”. Massacri e violenze che sono stati perpetrati per lunghi anni e che hanno generato una lunga scia di crimini di guerra. Sarajevo è stata assediata per quasi 4 anni ed è diventata la città simbolo di quella guerra, di fatto “fratricida”, fra un popolo che per anni, nonostante le differenze etniche, avevano vissuto (almeno all’apparenza) serenamente unito. Come dimenticare purtroppo i cecchini che tennero sotto scacco la città oppure come dimenticare le bombe al mercato che fecero stragi? Nella sola Sarajevo si contarono quasi 12.000 vittime. 

A distanza di circa 30 anni da quelle tragiche vicende come è la situazione nei paesi dell’ex Jugoslavia? Ci sono ancora tensioni? Nel frattempo Slovenia e Croazia, le prime due nazioni a chiedere l’indipedenza sono entrambe entrate nell’Unione Europea e dal 2023 anche i croati, come gli sloveni, usano ufficialmente l’Euro. Permangono invece problemi in Bosnia-Erzegovina che è di fatto una sorta di Jugoslavia in miniatura, divisa fra una repubblica serba e una croato-musulmana. Stessa situazione problematica vale per il Kossovo, l’ultimo in ordine di tempo a dichiarare l’indipendenza nel 2008 dalla Serbia e mai riconosciuta da quest’ultima. 

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Nei prossimi giorni, con GeoMagazine.it, andremo a capire quale è lo sguardo al futuro di questi paesi che sono gli ultimi nati in Europa. Ci muoveremo nei 7 paesi balcanici insieme all’ing. Leonardo Spacone, startupper italiano e guru della mobilità elettrica e utilizzeremo per gli spostamenti una auto 100% elettrica. Quasi 4.000 km da Milano a Milano passando per i 7 paesi balcanici (8 con l’Albania) per testare la mobilità elettrica e raccontare i luoghi chiavi delle guerre balcaniche. Dunque andremo a narrarvi cosa è l’ex Jugoslavia 30 anni dopo la dissoluzione, ma vogliamo in questa, che sarà anche una sfida tecnica, avere uno sguardo al futuro e capire quanto i Balcani siano pronti alla transizione energetica. 

Quindi non vi resta che seguirci sui social e agli hashtag #Yugo2023 e #3ETour che sta Eastearn European Electric Tour. Nelle prossime settimane pubblicheremo poi diversi reportage, podcast e approfondimenti. Stay tuned!

About the Author

- Ingegnere Ambientale, laureato presso il Politecnico di Torino, si è specializzato in difesa del suolo. Oggi si occupa di progettazione di impianti ad energia rinnovabile e di sviluppo sostenibile della montagna, con focus sulla mobilità elettrica. Volontario di Protezione Civile, ama la natura, ma anche i social media e la fotografia. Per compensare la formazione scientifica coltiva lo studio della storia e delle scienze politiche. * Contatti: giuseppe.cutano@geomagazine.it * * IG: @latitude_45