Published On: Mer, Mag 10th, 2023

Cani, Balcani

Tratto dal 3ETour, viaggio nei Balcani.

Un fenomeno che non ci aspettavamo di affrontare ma che invece abbiamo ritrovato più e più volte in diversi paesi è stata la gestione del randagismo, completamente diversa rispetto all’Italia. Mentre infatti in Italia ogni comune, singolo o associato, deve essere attrezzato con una struttura adatta alla cura del cane fino al momento dell’adozione, ciò che abbiamo trovato in buona parte dei paesi dell’ex-Jugoslavia è stato un controllo libero del randagio. Gli animali vengono infatti microchippati e segnalati, tramite dei cartellini posti sull’orecchio, di essere controllati dalla città, una volta terminato questo processo vengono lasciati liberi per la strada. Con grande sorpresa i cani che ci siamo ritrovati davanti non erano affatto aggressivi, anzi spesso erano proprio le persone ad essere infastidite verso di loro. Nonostante ciò non abbiamo mai assistito ad una scena pericolosa per l’essere umano, si può infatti dire che fossero completamente integrati con la comunità.

Un evento di particolare spessore è stato “l’esercito di cani kossovari” durante il quale, dopo aver accarezzato un paio di cani, improvvisamente ci siamo ritrovati scortati da ben 6 verso la macchina, intenti a proteggerci da possibili pericoli fra cui, con una certa ironia, le macchine a benzina. Abbiamo infatti notato che questi cani vengono molto spesso spaventati o infastiditi dal rumore del motore a benzina, addirittura fino al punto di lanciarsi in un inseguimento a velocità con queste macchine, mettendo in pericolo il guidatore e il cane stesso. Con una certa sorpresa però ci siamo accorti in tre situazioni diverse che questi cani non vengono disturbati dalla macchina elettrica con la stessa intensità, i “cani kossovari” infatti non sono stati minimamente spaventati dalla partenza dell’auto, e la osservavano girandoci attorno con una relativa tranquillità. Analogamente in Albania sull’autostrada appena fuori Tirana, una coppia di cani (non chippati) che inseguiva macchine in corsia di decelerazione non è stata minimante interessata a noi, ne all’arrivo ne alla partenza dal ristorante in cui ci siamo fermati. E di nuovo, mentre ci muovevamo verso la Serbia su stradine di montagna, tre cagnetti intenti ad inseguire una macchina termica sono rimasti completamente indifferenti a noi, nonostante avessimo fatto retromarcia per filmarli da vicino. Se da una parte quindi la gestione libera del randagio può presentare vari problemi per la vita di città e non è certo il metodo più sicuro per il cane, dall’altra l’adozione di una macchina elettrica potrebbe rendere questo sistema più efficiente, e ridurre l’inquinamento acustico e l’invadenza dell’uomo nella vita delle altre specie.

di Eleonora Benso, fotografa ufficiale del 3E Tour

About the Author

- Ingegnere Ambientale, laureato presso il Politecnico di Torino, si è specializzato in difesa del suolo. Oggi si occupa di progettazione di impianti ad energia rinnovabile e di sviluppo sostenibile della montagna, con focus sulla mobilità elettrica. Volontario di Protezione Civile, ama la natura, ma anche i social media e la fotografia. Per compensare la formazione scientifica coltiva lo studio della storia e delle scienze politiche. * Contatti: giuseppe.cutano@geomagazine.it * * IG: @latitude_45