Published On: Ven, Set 8th, 2023

Un buco nero “vorace” che consuma gradatamente una stella

Un team di astronomi dell’Università di Leicester ha fatto una scoperta sorprendente riguardo a una stella simile al Sole situata in una galassia vicina. Questa stella viene gradualmente divorata da un piccolo ma vorace buco nero ogni volta che si avvicina a esso. Ogni passaggio nei pressi dell’oggetto cosmico causa la perdita di una quantità di massa equivalente a tre Terre.

La scoperta è stata fatta grazie a un brillante lampo gamma proveniente dal centro della galassia 2MASX J02301709+2836050, situata a circa 500 milioni di anni luce dalla Via Lattea. Questa stella, chiamata Swift J0230, è stata individuata grazie a un nuovo strumento sviluppato dall’Osservatorio Neil Gehrels Swift.
Gli astronomi hanno notato che Swift J0230 non si comportava come ci si aspettava: invece di decadere rapidamente, come solitamente accade, brillava intensamente per 7-10 giorni e poi si spegneva bruscamente, ripetendo questo ciclo ogni 25 giorni. Una sorta di anello mancante tra eventi già noti. 

Swift J0230 è una stella simile al Sole in orbita ellittica attorno a un piccolo buco nero nel centro della sua galassia. Quando la stella si avvicina al buco nero, il materiale viene strappato dalla sua atmosfera e riscaldato, emettendo raggi X intensi a temperature di circa 2 milioni di gradi Celsius.
Si stima che il buco nero abbia una massa compresa tra 10.000 e 100.000 volte quella del Sole, una massa relativamente piccola rispetto ai buchi neri supermassicci solitamente situati al centro delle galassie.

Questa scoperta è stata possibile grazie al nuovo rilevatore di transitori per il satellite Swift, sviluppato dall’Università di Leicester. L’astronomo principale, il dottor Phil Evans, ha sottolineato che questa scoperta dimostra quanto sia importante sviluppare nuovi strumenti per esplorare lo spazio e scoprire eventi mai osservati prima.
L’importanza di questa scoperta riguarda la comprensione dei processi che coinvolgono stelle e buchi neri, aprendo la strada a ulteriori ricerche e scoperte in futuro.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it