Published On: Mar, Set 26th, 2023

Parker Solar Probe affronta una tempesta solare, fornendo dati senza precedenti (Video)

La NASA sta raccogliendo un elenco straordinario di record attraverso la navicella Parker Solar Probe, giunta al quinto anno di missione. Questa sonda è la più vicina al Sole tra tutti i veicoli spaziali, detentrice del primato di oggetto più veloce mai creato dall’umanità e la prima missione a “toccare” direttamente la superficie solare. Recentemente, la Parker Solar Probe ha stabilito un altro record, diventando il primo veicolo spaziale ad impattare una potente esplosione solare mentre si trovava nei pressi della nostra stella. Questo evento, accaduto lo scorso 5 Settembre 2022, è stato documentato in un nuovo studio pubblicato su The Astrophysical Journal, esattamente un anno dopo l’evento.

Nel corso di quasi due giorni, la sonda ha osservato da vicino l’espulsione di massa coronale (CME), un fenomeno che può scagliare campi magnetici e enormi quantità di plasma a velocità che variano da 100 a 3.000 chilometri al secondo. Queste eruzioni, se dirette verso la Terra, possono influenzare il nostro campo magnetico, generare aurore polari e causare problemi ai sistemi satellitari ed elettrici. Le espulsioni di massa coronale (CME) sono strutture su macroscala di materiale plasmatico coronale e campi magnetici che guidano gli eventi meteorologici spaziali e modellano l’eliosfera. 

Credit: Carnegie Institution for Science

La Parker Solar Probe si è avvicinata a soli 9,2 milioni di chilometri dalla superficie solare, diventando più vicina di quanto Mercurio sia mai stato al Sole, e ha osservato da remoto la CME prima di attraversarla. La sonda è entrata all’interno, attraversando la sua onda d’urto e uscendo dall’altro lato. Gli scatti mostrano l’eruzione solare mentre sembra assorbire la polvere spaziale rimanente dalla formazione del nostro sistema solare. L’eccezionale viaggio della sonda attraverso la CME sta contribuendo a validare una teoria che esiste da circa 20 anni riguardo all’interazione tra le eruzioni di massa coronale (CME) e la polvere interplanetaria. Questo risultato ha implicazioni significative per le previsioni meteorologiche spaziali.

La teoria riguarda il modo in cui le CME interagiscono con le particelle di polvere presenti nello spazio interplanetario. Questa interazione può avere un impatto sul comportamento delle CME stesse e sulla loro propagazione attraverso il sistema solare. La conferma di questa teoria grazie all’osservazione diretta da parte della Parker Solar Probe fornisce importanti dettagli sulla dinamica delle CME e sulle loro conseguenze.

Durante l’attraversamento, la sonda ha rilevato particelle accelerate fino a 1.350 chilometri al secondo, dimostrando la potenza dell’evento. Se questa CME fosse stata diretta verso la Terra, avrebbe potuto causare un impatto simile all’evento Carrington del 1859, una tempesta solare devastante.

I fisici sono interessati a comprendere le forze che alimentano queste esplosioni solari e che accelerano le particelle a queste velocità incredibili, e il passaggio attraverso una CME è stato un’opportunità unica per farlo. Nonostante la potenza dell’evento, la Parker Solar Probe è rimasta resiliente grazie al suo scudo termico, ai radiatori e al sistema di protezione termica che hanno mantenuto costante la sua temperatura. Il sistema di autonomia della sonda ha attivato i piani di mitigazione, garantendo che la missione scientifica non subisse interruzioni significative.

I risultati di questa missione sono fondamentali per comprendere meglio i fenomeni solari e come influenzano la Terra. Gli scienziati sperano che la Parker Solar Probe possa attraversare molte altre tempeste solari mentre si avvicina sempre di più al Sole durante il picco del ciclo undecennale.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it