Published On: Mer, Nov 8th, 2023

WMO: il fenomeno El Niño persisterà sino ad Aprile 2024

El Niño dovrebbe persistere fino ad aprile 2024, secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite. Il fenomeno climatico che si è rapidamente sviluppato tra luglio e agosto di quest’anno, probabilmente raggiungerà il suo picco tra oggi e gennaio e al 90% persisterà per tutto l’inverno boreale. In genere si verifica ogni due-sette anni e causa un aumento delle temperature globali nell’anno successivo alla sua comparsa. Tuttavia, è importante notare che anche se gran parte degli effetti di El Niño non si faranno sentire prima del 2024, il fenomeno sta avvenendo in un contesto di rapido cambiamento climatico.

In effetti il 2023 è in corsa per diventare l’anno più caldo da quando si registrano dati, a causa delle temperature record sulla terra e sulla superficie del mare. Il capo dell’OMM ha sottolineato che questo aumento delle temperature è attribuibile alle crescenti concentrazioni di gas serra dovute all’attività umana. Un aumento termico che porterà a eventi estremi come ondate di caldo, siccità, incendi, forti piogge e inondazioni in varie regioni del mondo, sottolineando l’importanza di sistemi di allarme efficienti.

Il fenomeno è stato osservato per l’ultima volta nel 2018-2019 ed è stato seguito da un lungo periodo di La Niña, il fenomeno opposto. La WMO prevede che il riscaldamento continuerà nel Pacifico equatoriale centro-orientale fino all’aprile successivo, influenzando le temperature della superficie del mare negli oceani globali e sulle terre emerse. Altri impatti previsti includono precipitazioni superiori alla norma in alcune regioni, come il Corno d’Africa, il bacino di La Plata in Sud America, il sud-est del Nord America e alcune parti dell’Asia centrale e orientale. Nel contempo, ci si aspetta una diminuzione delle piogge in alcune regioni del nord del Sud America, gran parte dell’Australia e nelle isole del Pacifico.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it