Published On: Mer, Feb 14th, 2024

Il problema sono maggiormente le temperature e non le precipitazioni

Se sulla siccità, che ha avuto effetti diretti visibili da tutti si è molto parlato, sull’aumento delle temperature globali non pare esserci la stessa enfasi. O meglio se ne parla, ma ormai è diventato un argomento, che seppur urgente e delicato, è uno dei tanti che passa nei notiziari.

E’ di qualche giorno fa la notizia dell’aumento di 1,5°C della temperatura globale, ma le notizie principali sono altre. Mentre ricordiamo la siccità che ha avuto effetti diretti sull’economia del nostro Paese aveva ben più risalto. Certo è che l’aumento delle temperature ha conseguenze ben più impattanti che un anno siccitoso. Probabilmente non ha un impatto diretto, ma lo ha a lungo termine. Sappiamo bene che oggigiorno le notizie hanno spazio quando sono attuali o contingenti. In generale si da poca visibilità a ciò che è il passato, per capire cosa siamo stati, e il futuro a medio e lungo termine, troppo lontano. Diciamo che ci interessano problemi e soluzioni a cosa che possiamo gestire in poco tempo. Forse la politica in questo è una cartina di tornasole, visto che in pochi ragionano oltre i 5 anni di mandato.

Purtroppo però l’aumento delle temperature, che non sono da confondere con una ondata singola di caldo estiva oppure anche invernale, sono legate alle medie storiche che crescono anno dopo anno di qualche decimo di grado. Qui risiede il vero problema del cambiamento climatico.

Per quanto riguarda le precipitazioni, parrebbero che i totali annuali non siano mediamente molto cambiati. Certo è che vanno studiate le frequenze dei fenomeni e su questo vari centri di ricerca stanno facendo analisi per capire se vi è in corso un aumento della frequenza dei fenomeni estremi. Bisogna capire quindi, che seppur rimanga immutato il quantitativo di precipitazione annuo, lo stesso si concentri in pochi momenti più estremi.

In merito alle temperature alcune osservazioni empiriche ci possono aiutare, perchè si nota sempre di più che lo zero termico stia salendo e laddove c’erano impianti di sci a quota basse, non si vede la neve da ormai diversi decenni, o se la neve arriva dura davvero poco tempo. Dunque il limite neve si è alzato è la cosa è ben evidente. Altra osservazione è che i corsi d’acqua in montagna, laddove un tempo generalmente in inverno erano gelati, non lo sono più. In questo caso dunque le precipitazioni nevose sciolgono prima e le riserve si esauriscono prima dei periodi di maggiore richiesta in estate. 

Quindi osserviamo anche noi il territorio e in particolare la montagna che ci da indizi chiari. Cerchiamo quindi di agire anche noi, perchè ognuno di noi può fare tanto nel ridurre l’impatto di emissioni che sono appurate essere la causa del global warming.

About the Author

- Ingegnere Ambientale, laureato presso il Politecnico di Torino, si è specializzato in difesa del suolo. Oggi si occupa di progettazione di impianti ad energia rinnovabile e di sviluppo sostenibile della montagna, con focus sulla mobilità elettrica. Volontario di Protezione Civile, ama la natura, ma anche i social media e la fotografia. Per compensare la formazione scientifica coltiva lo studio della storia e delle scienze politiche. * Contatti: giuseppe.cutano@geomagazine.it * * IG: @latitude_45