Published On: Gio, Giu 6th, 2024

Maggio 2024 il più caldo, ma i social deridono i dati scientifici

Secondo il WMO State of the Global Climate, la temperatura media globale in prossimità della superficie terrestre nel 2023 è stata di 1,45°C (con un margine di incertezza di ± 0,12°C) al di sopra della linea di base preindustriale. È stato di gran lunga l’anno più caldo mai registrato da quando esistono rilevazioni.

Ora, anche Maggio 2024, così come gli undici mesi precedenti, è risultato il più caldo da metà ottocento. Lo ha reso noto Copernicus, il servizio meteo dell’Unione Europea. Un mese con tutta probabilità alimentato dal riscaldamento climatico a lungo termine combinato con altri fattori, in particolare con l’evento naturale di El Niño, che ora è in fase calante. In effetti il nuovo aggiornamento dell’OMM prevede lo sviluppo di La Niña e un ritorno a condizioni più fresche nel Pacifico tropicale nel breve termine, anche se le temperature globali nei prossimi anni continueranno a riflettere il continuo riscaldamento dovuto ai gas serra. 

Nonostante i dati appena citati derivino dall’organizzazione meteorologica mondiale, che comprende 193 stati membri e territori, e un dataset di dati meteorologici con caratteristiche ben definite, il grande pubblico, attraverso i social “deride” la comunità scientifica. I principali canali di comunicazione hanno infatti riportato il comunicato, ritrovando commenti sarcastici e denigratori.

PERCHE’ IL GRANDE PUBBLICO DIFFIDA DAI DATI UFFICIALI?

La scienza del clima è complessa e può essere difficile da comprendere per chi non ha una formazione specifica. Tale mancanza può portare a incomprensioni o alla sottovalutazione della gravità della situazione. Uno degli errori che più comunemente commette il non addetto ai lavori è quello di non conoscere la differenza che intercorre tra il clima e la meteorologia. La meteorologia è la scienza che studia i fenomeni atmosferici e le condizioni del tempo in un periodo di tempo relativamente breve, che può variare da pochi minuti a diverse settimane. Il clima si riferisce alle condizioni atmosferiche medie di una determinata area su un periodo di tempo molto lungo, solitamente 30 anni o più.

La diffusione di informazioni errate o fuorvianti da parte di gruppi con interessi economici o politici può influenzare l’opinione pubblica. In effetti alcuni settori industriali, come quello dei combustibili fossili, hanno finanziato campagne per seminare dubbi (proprio come avvenne con il fumo).

C’è poi da dire che gli esseri umani tendono a percepire come meno urgente un problema che si manifesta gradualmente e con effetti dilazionati nel tempo e nello spazio. I cambiamenti climatici, pur essendo una minaccia seria, spesso non vengono percepiti come immediati o personali.

In questo specifico caso (Maggio 2024) molti degli utenti commentano dal Nord Italia, flagellato dal maltempo e da temperature non propriamente estive. Di conseguenza essi non hanno ancora sperimentato il caldo intenso che già si registra in tante aree del mondo e possono quindi considerare il fenomeno meno rilevante.

Infine, per alcune persone riconoscere la realtà dei cambiamenti climatici potrebbe implicare la necessità di cambiamenti significativi nello stile di vita (magari considerati inutili) o di sacrifici economici, il che può portare a un rifiuto della realtà per evitare dissonanze cognitive. Senza dimenticare che la sfiducia nelle istituzioni porta a divenire scettici anche verso quelle organizzazioni che in realtà adottano obiettività e trasparenza.

L’etica professionale e la vigilanza comunitaria, dove la reputazione e la credibilità sono fondamentali per il successo professionale di un ricercatore, dovrebbero convincere gli utenti a rivedere le proprie posizioni.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it