Published On: Mer, Apr 22nd, 2020

Le conseguenze dell’inquinamento atmosferico in gravidanza

Un nuovo studio dell’Istituto per la salute globale di Barcellona (ISGlobal), ha trovato un’associazione tra l’esposizione all’inquinamento atmosferico durante la gravidanza e ritardi nella crescita nei primi anni dopo la nascita. Lo studio spagnolo, pubblicato su Environment International, ha analizzato i dati di oltre 1.700 coppie madre-figlio del principato delle Asturie, di Guipúzcoa, di Sabadell e di Valencia, iscritti alla coorte di nascita del Progetto INMA Environment and Childhood.

I ricercatori hanno stimato l’esposizione al biossido di azoto e al particolato fine – due dei più comuni inquinanti atmosferici legati al traffico nelle città – durante il primo trimestre di gravidanza, usando modelli basati su livelli misurati nell’area di studio.  È stata registrata l’evoluzione dell’indice di massa corporea (BMI) dei bambini dalla nascita all’età di quattro anni, mentre l’altezza e il peso sono stati misurati direttamente a 48 mesi.

A differenza dell’esposizione all’NO2, dove i risultati non hanno raggiunto significati statistici degni di nota, l’esposizione al particolato durante il primo trimestre di gravidanza si associata alla maggiore probabilità che il bimbo abbia un peso inferiore. I meccanismi biologici alla base degli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico sulla crescita infantile “rimangono poco chiari“, secondo la ricercatrice Martine Vrijheid, coordinatrice dello studio. “Le ipotesi che stiamo prendendo in considerazione – spiega – includono lo stress ossidativo e l’infiammazione, l’interferenza con gli ormoni tiroidei, l’induzione della morte cellulare a causa di danni al DNA e un aumento del rischio di malattie respiratorie e altri problemi di salute che potrebbero ritardare la crescita“. “Ciò che è chiaro è che gli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico iniziano nella fase prenatale, quindi le donne in gravidanza dovrebbero essere considerate un gruppo prioritario nelle politiche di salute pubblica volte a ridurre l’esposizione della popolazione all’inquinamento atmosferico“, ha concluso Vrijheid.

Fonti bibliografiche e fotografiche: Environment International, Pixabay

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it