Published On: Sab, Mag 9th, 2020

Birdwatching da lockdown

La pandemia causata dal SARS-CoV-2, altresì noto come “Coronavirus”, ha purtroppo modificato pesantemente le abitudini di tutti noi. Durante questo periodo di forzato distanziamento sociale, molti hanno riscoperto il piacere della solitudine, di un buon libro e di una pausa dalla frenetica vita quotidiana. Questa nuova situazione ha risvegliato in tutti il proprio istinto di sopravvivenza e molti di noi si sono ingegnati per cercare di mantenere una certa “normalità” in un contesto che è tutto tranne che normale.

Il birdwatching non comporta uno sforzo così notevole: è necessario armarsi di binocolo (o in alternativa di un buon occhio di falco) e di molta pazienza. I punti di osservazione che prima erano all’ombra di un grande albero o al riparo di una roccia, sono diventati i nostri balconi e i nostri terrazzi. Sicuramente la diminuzione del traffico veicolare e del sovraffollamento hanno giovato ai nostri amici pennuti, liberi di vivere la loro vita quotidiana, con minor rischio di essere disturbati dalle attività dell’uomo. Soprattutto in questo periodo, in cui molti uccelli effettuano una migrazione verso le nostre latitudini, dopo aver svernato nel più caldo continente africano.

Come ogni anno, puntualmente sono tornati falchi pecchiaioli, falchi di palude, albanelle, grillai e molti altri rapaci. Ovviamente è possibile osservare molte altre specie, non solo di uccelli migratori. E’ necessario soltanto affacciarsi dalle nostre finestre per riscoprire la quotidianità dei nostri giardini, animati da pettirossi, zigoli, passeri, cardellini, luì, beccamoschini, cinciallegre, cinciarelle e da molti altri passeriformi che, con le loro armoniose melodie, ci illuminano le giornate. Da non dimenticare, le onnipresenti gazze e tortore dal collare che giovano anch’esse di questo periodo di diminuzione dell’attività umana. Più difficili da osservare, a causa dell’oscurità, sono i rapaci notturni.

Una buona tisana bollente e una poltrona sono ottime per farsi cullare nella notte dai versi dei nostri amici strigidi, come il gufo comune, la civetta e l’assiolo o magari per osservare in volo la sagoma perlacea del barbagianni. Durante questi ascolti crepuscolari e notturni non è raro apprezzare il guaito di una volpe o il gracidio di un rospo smeraldino. Questa condizione di isolamento sicuramente non è piacevole, ma basta un po’ d’ingegno per scacciare la noia e riscoprirsi “birdwatchers da lockdown”.

About the Author

- Laureato in Scienze della Natura presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” e laureando magistrale in Conservazione della Natura. Volontario presso la LIPU. Ama la natura ed è appassionato di ornitologia.