Published On: Mer, Mag 27th, 2020

Monti Sabatini e Colli Albani: due vulcani dormienti alle porte di Roma

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports di Nature e frutto della collaborazione tra scienziati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), dell’Università Sapienza di Roma e del Laboratorio di Geocronologia della Wisconsin University, i Monti Sabatini hanno avuto una storia eruttiva molto simile e contemporanea a quella dei Colli Albani.

Simile, ma non uguale, dal momento che l’analisi della deformazione del suolo e della sismicità locale ha evidenziato una differenza fondamentale: mentre i Monti Sabatini mostrano uno stato di quiete quasi assoluta, ai Colli Albani si registra un sollevamento locale ed una diffusa sismicità e degassazione. “Inoltre – si legge nel comunicato dell’INGVdall’analisi delle tempistiche storiche risulta che il tempo attualmente trascorso dall’ultima eruzione dei Monti Sabatini è di circa 70.000 anni, rientrando pienamente nelle valutazioni dei periodi medi di quiescenza tra le tre grandi fasi eruttive avvenute negli ultimi 600.000 anni“.

Per giungere a queste conclusioni gli scienziati hanno utilizzato tre diverse metodologie di indagine: il telerilevamento per le deformazioni del suolo, la datazione 40Ar/39Ar per la storia eruttiva, e l’analisi della sismicità storica della regione vulcanica, grazie ai quali è stato possibile paragonare i caratteri vulcano-tettonici del distretto sabatino con quelli recentemente studiati nell’area dei Colli Albani.

I Monti Sabatini, così come i Colli Albani, non possono essere considerati vulcani estinti”, sottolinea Fabrizio Marra, ricercatore INGV e autore della ricerca. “Tuttavia, entrambi i distretti vulcanici si trovano in uno stato che possiamo definire ‘dormiente’, in un sonno che per i Monti Sabatini è profondo e tranquillo e per i Colli Albani è inquieto”, prosegue il ricercatore. “In ogni caso, entrambi i distretti vulcanici laziali offriranno congrui periodi di tempo di segnali precursori prima di una loro eventuale ripresa dell’attività vulcanica”, conclude il ricercatore.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it