Published On: Mar, Giu 30th, 2020

E’ scomparsa una stella

Nel decennio compreso tra il 2001 e il 2011, varie squadre di astronomi studiarono una stella massiccia variabile situata nella galassia nana Kinman, nelle fasi avanzate della sua evoluzione. L’oggetto celeste sembrava l’obiettivo perfetto per conoscere di più circa la fine di una stella gigante, ma quando nel 2019 i telescopi VLT dell’ESO le hanno puntato la loro gigantesca struttura, la stella era misteriosamente scomparsa.

Situata a circa 75 milioni di anni luce di distanza nella costellazione dell’Acquario, e con una luce blu più intensa di 2,5 milioni di volte quella del Sole, la stella è troppo lontana per osservarla direttamente. Gli astronomi in questi casi riescono a tracciarne l’esistenza attraverso le firme che alcune di esse fanno rilevare. E per farlo, hanno utilizzato lo spettrografo Espresso di tipo Echelle a dispersione incrociata e connesso mediante fibra ottica al Very Large Telescope (VLT) dell’European Southern Observatory.

La scomparsa improvvisa della stella potrebbe dipendere dall’oscuramento prodotto dalla polvere in seguito alla sua esplosione o dalla caduta avvenuta in un buco nero senza passare per la fase di supernova; e quest’ultima sarebbe un’osservazione piuttosto rara.

Le stelle di questo tipo sono instabili e mostrano occasionali cambiamenti nei loro spettri e luminosità. “Potremmo aver rilevato una delle stelle più imponenti dell’Universo locale che si addentra dolcemente nella notte“, afferma il membro del team Jose Groh, del Trinity College di Dublino.

Per il momento gli astronomi dovranno accontentarsi delle teorie formulate. La tecnologia, tuttavia, va avanti, e già nel 2025 l’Extremely Large Telescope (ELT) dell’ESO sarà in grado di risolvere stelle in galassie lontane come Kinman, aiutando a risolvere i misteri cosmici come questo. Il lavoro è stato pubblicato oggi su Monthly Notice of the Royal Astronomical Society.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it