Published On: Mar, Lug 14th, 2020

California, Big One più probabile dopo il terremoto di Ridgecrest

In California, lungo la faglia di Sant’Andrea, si teme da tempo un grosso terremoto a cui i giornali diedero il nome di Big One. Un sisma devastante, probabilmente il più forte di sempre, che metterebbe a rischio la vita di migliaia di persone tra Los Angeles e San Francisco.

Come conseguenza dell’elevato accumulo di energia nella faglia, gli scienziati danno quasi per certo che l’evento avverrà, anche se non potendo, la scienza, prevedere i terremoti da un punto di vista deterministico, non è possibile conoscere l’eventuale data del sisma.

A complicare le cose il forte terremoto avvenuto lo scorso anno nei pressi di Ridgecrest (Magnitudo 7.1), a causa del quale, secondo uno studio pubblicato sul Bulletin of the Seismological Society of America, la probabilità che si verifichi un terremoto di magnitudo 7.5 o superiore lungo la Faglia di Garlock (lunga 256 Km lungo il bordo settentrionale del deserto del Mojave) nei prossimi 12 mesi è cresciuta sino al 2,3%.

E a sua volta, questa maggiore probabilità causerebbe un’ulteriore probabilità sino all’1,15% di un grande terremoto lungo la Faglia di Sant’Andrea entro il prossimo anno.

Il lettore occasionale potrebbe vedere in questi numeri una stima relativamente bassa, ma come riferiscono gli scienziati, si tratta di un sostanziale balzo in avanti (100 volte più probabile) rispetto alle possibilità che si avevano in precedenza al sisma di Ridgecrest (0,023%). E l’eventualità di un grande sisma su Sant’Andrea sono triplicate.

Naturalmente si tratta di previsioni, ossia di evenienza che l’evento si verifichi, non di certezze. Sta di fatto che i funzionari governativi della California dovrebbero essere preparati per uno scenario ormai considerato sempre più plausibile. L’energia che si è accumulata a causa dello slittamento delle placche avrebbe dovuto causare negli ultimi 250 anni un movimento complessivo di circa 7 metri lungo il segmento meridionale della faglia, ma ciò non è accaduto. Ed è uno dei motivi che spinge gli scienziati ad ipotizzare un sisma devastante.

Un terremoto lungo la faglia di Garlock risulterebbe relativamente innocuo per una città come Los Angeles“, sostiene Ross Stein, scienziato dell’USGS e professore di geofisica alla Stanford University. “Il problema è che il terremoto dello scorso anno ha portato alla quasi rottura della faglia che si trova a soli 40 chilometri da Sant’Andrea“, continua. Ciò significa che potrebbe innescarsi una reazione a catena.

Un ipotetico terremoto di magnitudo 7.8 sulla nota faglia di Sant’Andrea potrebbe causare otre 1800 vittime e 1 milione di evacuati. Gli effetti potrebbero essere molto gravi per tutta la California meridionale, incluse le grandi metropoli e le aree molto popolate di Los Angeles, Orange County, San Diego e Tijuana. Si tratta di numeri impietosi che non devono essere visti come catastrofisti. La velocità di scorrimento della faglia e il fatto che sia il principale confine tettonico tra le placche del pacifico e del Nord america, fa si che un mega-terremoto diventi qualcosa di molto probabile.

La faglia di Garlock si rompe in media ogni 1.300 anni“, ha affermato Tim Dawson, geologo della California Geological Survey, “con estremi compresi tra poche centinaia di anni e fino a 3.000 anni. L’ultimo grande terremoto sulla faglia di Garlock è avvenuto circa 500 anni fa“, ha detto Dawson.

Infine – sostengono i ricercatori – c’è una concezione popolare secondo cui i terremoti alleviano la tensione sismica. Motivo per cui il sisma dello scorso anno potrebbe essere visto come un evento risolutore. In realtà è vero che essi alleviano la tensione sul posto, ma l’aumentano in altre aree. Per ogni azione, c’è una reazione“, spiega Dawson.

Sta di fatto che la faglia di Sant’Andrea se ne sta buona dal 1857 e gli ultimi sismi hanno colpito dove gli scienziati non si aspettavano che colpissero. Ciò significa che la natura sa essere imprevedibile. E’ probabile che un grande terremoto avvenga a breve, com’è probabile che ritardi di centinaia di anni. La scienza formula ipotesi e l’uomo non può fare altro che prenderne atto.

Dal momento che non è possibile contrastare tali forze, l’unica strada è la prevenzione, finalizzata a ridurre al massimo la perdita di vite umane; ed infatti quasi tutti gli edifici della California sono stati costruiti negli ultimi cento anni e sono stati rafforzati con severi criteri antisismici negli ultimi trenta.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it