Published On: Gio, Lug 30th, 2020

L’origine dei massi di Stonehenge non è più un mistero

Da lungo tempo storici ed archeologi discutono circa i misteri del sito neolitico di Stonehenge, nell’Inghilterra meridionale: com’è stato costruito? A quale scopo? Da dove provengono gli imponenti massi di arenaria? Ora, un nuovo studio pubblicato su Science Advances, avrebbe risolto quest’ultima domanda.

La maggior parte dei Sarsen (blocchi di arenaria resti post-glaciali) sembrano condividere un’origine comune a 25 chilometri di distanza da West Woods, un’area che pullulava di attività preistorica.
La scoperta accresce la teoria secondo cui i megaliti furono portati a Stonehenge nello stesso periodo: intorno al 2.500 a.C., la seconda fase di costruzione del monumento, e a sua volta potrebbe essere un segno che i suoi costruttori provenissero da una società altamente organizzata. Inoltre contraddice un precedente suggerimento secondo cui la Heel Stone provenisse dalle immediate vicinanze del sito e fu eretta prima degli altri.

L’autore principale, David Nash, professore di geografia fisica all’Università di Brighton, ha riferito che lui e il suo team hanno dovuto escogitare una nuova tecnica per analizzare questi enormi blocchi, che si ergono fino a nove metri di altezza e pesano fino a 30 tonnellate.

Per prima cosa i ricercatori hanno utilizzato le radiografie portatili per analizzare la composizione chimica delle rocce, che sono al 99 percento di silice, ma contengono tracce di numerosi altri elementi. Successivamente, hanno esaminato due campioni da una delle pietre ottenute durante i lavori di restauro nel 1958, ma che poi sono scomparsi fino al riaffioramento nel 2018 e nel 2019, rispettivamente. Hanno poi eseguito un’analisi più sofisticata su questi campioni utilizzando un dispositivo di spettrometria di massa, che rileva una gamma più ampia di elementi con una precisione più elevata. La firma risultante è stata quindi confrontata con 20 possibili siti di origine, trovando in West Woods la corrispondenza più vicina.

Non tutti i blocchi, tuttavia, provengono da quel luogo. Le pietre più piccole, come scoperto da precedenti studi, sono state trasportate dal Galles, a circa 200 chilometri a Ovest, che a quanto sostiene il recente articolo sarebbero state condotte a Stonehenge contemporaneamente. Il sito neolitico, pertanto, costituisce un enorme sforzo; una convergenza di materiali provenienti da luoghi diversi.

In realtà già nel XVII secolo il filosofo inglese John Aubrey, postulò il legame tra i sarsen e Overton Wood, com’era denominato prima West Wood, ma naturalmente non potè dimostrarlo.
Come i massi, che pesano sino a 30 tonnellate, siano stati trasportati per 25 chilometri, resta un mistero, sebbene si pensa che siano stati trascinati attraverso slitte.
Non è nemmeno chiaro il motivo per cui abbiano scelto quel luogo per reperirli: forse, semplicemente per pragmatismo, visto che è uno dei siti più vicini. Ma l’area era anche un alveare dell’attività neolitica antica e una società così organizzata avrebbe potuto avere i suoi validi motivi.

Il prossimo passo sarà quello di utilizzare le rinomate tecniche su ulteriori antichi blocchi sparsi in Gran Bretagna.

Bibliografia: DJ Nash el al., “Origins of the sarsen megaliths at Stonehenge”, Science Advances (2020)

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it