Published On: Mer, Ago 26th, 2020

Marte, una vasta spirale di luce sul Polo Sud

La sonda spaziale MAVEN (acronimo per Mars Atmosphere and Volatile EvolutioN) della NASA ha scoperto una vasta spirale di luce sul Polo Sud di Marte.

Osservando le immagini è possibile fare un’analogia con il fenomeno della luminescenza notturna che avviene sulla Terra, che è molto simile alle aurore polari delle alte latitudini. Tuttavia, il bagliore notturno visibile su Marte è invisibile all’occhio umano, essendo un’emissione ultravioletta.

MAVEN è stato alla ricerca del fenomeno per lungo tempo, ma l’ha osservato solo di recente. Tra l’altro, la spirale luminosa non è che la punta dell’iceberg; l’intero pianeta, dai poli all’equatore, presenta bagliori pulsanti.
In alto, sopra il Polo Nord di Marte, c’è una macchia luminosa che pulsa esattamente due volte al giorno. E intorno all’equatore ci sono altre tre macchie, equidistanti, che pulsano tre volte in un giorno terrestre. Solo il Polo Sud ha una spirale e pulsa solo una volta.

Per dare un senso a tutto questo, Nick Schneider del Laboratorio di fisica atmosferica e spaziale dell’Università del Colorado e colleghi, hanno “inventato” un modello di circolazione generale (GCM) dell’atmosfera marziana. (Questa parte del lavoro è stata condotta da Francisco GonzálezGalindo presso l’Instituto di Astrofísica Andalucía.) I GCM sono programmi per computer che modellano le atmosfere planetarie. Vengono utilizzati dai meteorologi sulla Terra, ma gli scienziati planetari hanno anche versioni marziane, complete di valori accurati per il riscaldamento solare, i venti, la chimica, la formazione delle nubi e così via.

Secondo il GCM, il bagliore notturno su Marte è modellato dalle maree atmosferiche. La gravità del sole attira l’atmosfera marziana che in risposta suona come una campana tre volte al giorno. Questo spiega le macchie pulsanti intorno all’equatore.

Siamo rimasti davvero colpiti dal fatto che il Mars General Circulation Model abbia riprodotto così bene i modelli equatoriali“, afferma Schneider. Il modello, tuttavia, non ha tenuto conto della spirale. “Abbiamo davvero faticato a spiegarlo“, ammette.

Ulteriori dati da MAVEN e aggiornamenti dal Mars General Circulation Model potrebbero eventualmente fornire una risposta. Per ora, rimane un vero e proprio mistero. La ricerca originale di Schneider et al, è stata pubblicata nell’edizione del 6 agosto 2020 di JGR Space Physics.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it