Published On: Gio, Set 17th, 2020

I grandi vulcani a scudo di Venere

Venere è perennemente avvolto da una fitta coltre di nubi, motivo per cui la sua superficie dalla Terra non risulta visibile. Le prime informazioni dettagliate ci arrivarono all’inizio degli anni ’90, quando la sonda Magellano utilizzò le immagini radar per produrre dati topografici dettagliati per la maggior parte della superficie del pianeta.

Che i dati topografici rivelassero le caratteristiche vulcaniche su Venere era cosa attesa, ma l’aver scoperto che il 90% della superficie del pianeta fosse coperta da colate di lava e ampi vulcani a scudo, fu una sorpresa.
Inoltre, i ricercatori rimasero sorpresi dal fatto che queste caratteristiche vulcaniche fossero di dimensioni enormi rispetto a quelle della Terra.

A differenza dei vulcani a scudo presenti nelle isole Hawaii, infatti, quelli venusiani si caratterizzano per un’enorme larghezza alla base, pur risultando più bassi. Queste enormi strutture geologiche possono misurare 700 Km alla base per un’altezza di non più di 5500 metri, con pendenze quindi molto più dolci.

Si pensa che i flussi di lava su Venere siano composti da rocce simili ai basalti che si trovano sulla Terra. Molte delle colate laviche hanno lunghezze di diverse centinaia di chilometri e la mobilità della lava potrebbe essere più vigorosa in virtù della temperatura media della superficie del pianeta di circa 467°C!!!.

Venere presenta un gran numero di cupole laviche, più grandi di 100 volte rispetto a quelle della Terra; esse presentano una parte superiore molto piatta e solitamente non superano i 1000 metri. Si pensa che si formino per estrusione di lava viscosa.

Le colate laviche che ricoprono la maggior parte della superficie di Venere hanno una densità di crateri da impatto molto bassa. Ciò rivela che la superficie del pianeta ha per lo più, meno di 500 milioni di anni.

Negli ultimi anni USGS ha prodotto mappe geologiche dettagliate per molte aree di Venere. Queste mappe includono simboli per faglie, lineamenti, crateri, direzioni del flusso di lava, creste, e molte altre caratteristiche. Esse sono state associate alle immagini radar della NASA per conoscere i vulcani e le altre caratteristiche della superficie del nostro “vicino di casa”.

Non sono stati identificati i confini delle placche tettoniche. Le immagini radar e le mappe geologiche prodotte per il pianeta non mostrano catene di vulcani lineari, creste in espansione, zone di subduzione e faglie di trasformazione che forniscono le prove della tettonica a placche sulla Terra.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it