Published On: Mer, Dic 16th, 2020

La grande macchia scura su Nettuno ha invertito la sua direzione

Nel 2018 il telescopio spaziale Hubble scoprì una tempesta nell’emisfero settentrionale di Nettuno più vasta dell’Oceano Atlantico. 

Dopo circa un anno essa cominciò a spostarsi verso l’Equatore, dove generalmente le tempeste perdono potenza e si dissolvono. Ma ad Agosto 2020 gli scienziati hanno notato che il vortice ha invertito la sua direzione spostandosi nuovamente verso Nord. Ma non solo; una parte di esso si è disunito da quello principale, rendendosi visibile per un breve lasso temporale prima di svanire. Un evento che non era mai stato osservato prima.

Le tempeste su Nettuno sono note dal 1993, e quella osservata nel 2018 è stata la quarta in assoluto, la seconda vista da Hubble dopo quelle osservate al passaggio della sonda Voyager 2 nel 1989. Si tratta di sistemi di alta pressione (così come la grande macchia rossa di Giove)  che si formano alle medie latitudini e che poi, appunto, migrano verso l’Equatore. Così come sulla Terra, la forza di Coriolis ne permette una rotazione in senso orario nell’emisfero Nord (ruotano in modo opposto alle aree cicloniche), ma quando scendono di latitudine tendono a dissolversi per via della stessa forza di Coriolis in attenuazione.

Non è chiaro come si formino tali tempeste, ma quella del 2018 è l’osservazione migliore sin qui acquisita. Ad esempio, si è notato come le bianche nubi dovute al congelamento dei gas in cristalli di ghiaccio di metano siano scomparse all’inversione di marcia della tempesta, fornendo informazioni sull’evoluzione di tali strutture.

Ora, l’obiettivo degli astronomi è seguire anno dopo anno l’evolversi della situazione. I risultati del team sono stati pubblicati ieri al meeting autunnale dell’American Geophysical Union.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it