Published On: Mer, Feb 10th, 2021

La carta d’identità dell’aria fredda in arrivo

La massa d’aria artica-continentale che inizierà a interessare la nostra penisola da domani pomeriggio è una tra le più fredde che si possano formare nei bassi strati della nostra troposfera. In questo articolo vediamo da dove arriverà questo soffio invernale e quali saranno gli ingranaggi barici che permetteranno a questa massa d’aria di raggiungere in parte anche le nostre regioni.

Ci portiamo allora sulla superficie isobarica di 850 hPa e ampliamo i nostri orizzonti a buona parte del continente euroasiatico per vedere nella figura allegata la previsione, valida per le ore centrali di venerdì 12 febbraio, del campo di temperatura e dell’altezza di geopotenziale su questa superficie. Come possiamo osservare, saranno due le circolazioni cicloniche-anticicloniche che in coppia veicoleranno il movimento dei flussi su vasta scala: in particolare, noi siamo interessati al campo di alta pressione presente sulla penisola scandinava e al centro depressionario che nel pomeriggio di dopodomani porterà il suo minimo a nord del Mar Nero. Le curve di livello tracciate con le linee nere ed etichettate con i numeri sono chiamate isoipse e indicano la quota espressa in metri alla quale la pressione è di 850 hPa.

Altezza di geopotenziale e temperature previste a 850 hPa previste per il pomeriggio di Venerdì 12 Febbraio

Con buona approssimazione, queste curve disegnano i binari lungo i quali la massa d’aria si muoverà, proprio come avviene con le isobare al suolo, tenendo conto che nel nostro emisfero le correnti si muovono in senso orario nei centri di alta pressione e antiorario nei centri di bassa.

Dal momento che è proprio la vicinanza tra le curve di livello a creare lo scivolo per mettere in movimento le correnti (in gergo tecnico parliamo di “gradiente di geopotenziale a 850 hPa” che è l’analogo del “gradiente barico al livello del mare”), possiamo dedurre che il luogo da cui la massa d’aria inizierà a muoversi sarà quella in cui questo scivolo inizia a prendere forma.
Aiutandoci allora con i vettori verdi disegnati proprio dove questo scivolo è attivo, possiamo vedere come la massa d’aria gelida che in parte riuscirà a interessarci nasce sul nord della Russia, a ovest della catena dei Monti Urali.

La dinamica appena analizzata a grande scala ci conferma non solo che l’obiettivo dell’irruzione è principalmente l’area balcanico-danubiana dove si raggiungeranno valori estremamente bassi, da primato del freddo, ma anche che il tanto evocato “buran” (non “burian”) e la tanto evocata “Siberia” – che per fare scena entrano come il prezzemolo in tutte le ricette atmosferiche quelle poche volte in cui aria molto fredda giunge fino a noi – appartengono a un’informazione che non è corretta.

Anche perché, in questo specifico caso, sull’area asiatica agirà una circolazione ciclonica che muoverà la massa d’aria gelida da nord-ovest verso sud-est, cioè in un verso che non è certo quello che dovrebbe avere per far sì che a noi il flusso arrivi da oltre gli Urali.
Nessun “buran” quindi, ma venti di bora, di tramontana e di grecale: ad ogni area geografica del pianeta i suoi venti.

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About the Author

- Meteorologo, laureato in Fisica all’Università di Genova. All’Università di Bologna si specializza in Fisica dell’Atmosfera e Meteorologia con una tesi sullo "Sviluppo di tecniche di combinazione di sistemi di ensemble multi-modello per la previsione della circolazione atmosferica", elaborata presso l’ARPA dell’Emilia Romagna. Nel 2015 ha intrapreso anche la via della divulgazione editoriale con la Casa Editrice Ronca, scrivendo la prima collana in otto volumi sulla Meteorologia