Published On: Sab, Mag 7th, 2022

Le guerre inquinano

Che le guerre siano un vero disastro a tutto tondo non c’è certo bisogno di scriverlo. Sembra assurdo parlarne ancora nel 2022, ma la cronaca quotidiana ci mostra quando l’uomo possa trasformarsi in un uomo delle caverne nonostante abbia sviluppato sapere e tecnologia. 

Le guerre, oltre a pretendere tributi umani spaventosi, sono un grave danno anche per l’ambiente. Bombe, colpi di arma da fuoco, distruzione di infrastrutture, mezzi pesanti, aerei e navi creano spesso forti problemi alla flora e fauna che quasi sempre diventano irreparabili. Un tema che spesso passa in secondo piano, ma che ha ripercussioni per decenni o anche secoli.

Senza andare in luoghi chissà quanto sconosciuti, basta andare in Francia. Esiste una cosiddetta “Zone Rouge” (Zona Rossa) che è una area di 120 mila ettari al nord-est della Francia al confine con il Belgio. Qui, nella prima guerra mondiale, sul cosiddetto fronte occidentale, si combatterono asprissime battaglie fra tedeschi e francesi che lasciarono una scia di sangue inenarrabile. Si stima che nelle sole battaglie per la presa della città di Verdun, nel 1916, perirono quasi mezzo milione di persone.

Zone Rouge in Francia (Credit Tinodela CC BY-SA 2.5)

Ebbene questa zona è vietata da 100 anni. Nonostante le diverse bonifiche, ancora oggi diverse zone sono inaccessibili a causa innanzitutto di una enorme quantità di ordigni inesplosi, ma anche perchè l’ecosistema è ancora contaminato dall’uso di armi chimiche, gas ed è quindi piena di metalli pesanti (in particolare cloro, mercurio, piombo, arsenico). La pioggia di fuoco che cadde durante la prima guerra mondiale, a distanza di tanto tempo, lascia ancora una traccia profonda sul territorio. Alcune stime parlano di diverse centinaia di anni per poter riportare l’ecosistema alla situazione ante guerra. Dunque una catastrofe nella catastrofe. 

Kuwait 1991, pozzi di petrolio in fiamme (Credit Rai Cultura)

Tornando ai giorni nostri, come possiamo invece dimenticare i bombardamenti dei pozzi di petrolio in Iraq e Kuwait negli anni ’90. Tonnellate e tonnellate di greggio disperse nell’ambiente. Stessa cosa possiamo dire dei combattimenti nell’ex Jugoslavia con ancora decide e decine di campi minati oppure in Kosovo dove l’utilizzo di armi all’uranio impoverito hanno creato gravissimi danni anche ai nostri soldati intervenuti nella missione di peacekeeping

Dunque quello che sta succedendo in Ucraina, in questi mesi, oltre ad avere ripercussioni sociali devastanti, sta portando danni irreparabili anche all’ambiente. Immaginate cosa possano fare le bombe che distruggono serbatoi di combustibili, prodotti chimici e gas che vengono poi rilasciati nell’ambiente. Immaginate poi i mezzi pesanti come carri armati, aerei, navi, non di certo di dotati delle migliori tecnologie per il contenimento delle emissioni. Potremmo stare qui ore ad elencare tutto ciò che implica una guerra anche in termini di impatto ambientale. Di certo è un tema che non viene quasi mai affrontato, ma è un’altro argomento importante su cui riflettere e un motivo in più per dire che i conflitti sono il punto più basso del genere umano.

Fonti consultate: La Biblioteca di Alessandria, WikiSource

About the Author

- Ingegnere Ambientale, laureato presso il Politecnico di Torino, si è specializzato in difesa del suolo. Oggi si occupa di progettazione di impianti ad energia rinnovabile e di sviluppo sostenibile della montagna, con focus sulla mobilità elettrica. Volontario di Protezione Civile, ama la natura, ma anche i social media e la fotografia. Per compensare la formazione scientifica coltiva lo studio della storia e delle scienze politiche. * Contatti: giuseppe.cutano@geomagazine.it * * IG: @latitude_45