Published On: Lun, Gen 16th, 2023

Il ciclo dell’acqua sta cambiando: il nuovo rapporto del Global Water Monitor

L’atmosfera e la superficie della Terra sono monitorate costantemente da decine di satelliti, a cui si aggiunge una grossa mole di dati provenienti dalle stazioni meteorologiche e idriche mondiali. Ciò consente di osservare il ciclo globale dell’acqua, ossia uno dei cicli vitali del sistema terra e i suoi cambiamenti.
Un team di ricercatori del Global Water Monitor, dopo aver analizzato terabyte di dati, ha concluso che il ciclo dell’acqua sta cambiando. A livello globale l’aria sta diventando più calda e secca, il che significa che siccità e condizioni idonee agli incendi si stanno sviluppando più velocemente e più frequentemente.

La Nina – Credit: NOAA

Il 2022 è stato caratterizzato dal terzo anno di “La Niña”, l’evento che consente il raffreddamento delle acque nel Pacifico tropicale centrale e orientale e il riscaldamento nel Pacifico occidentale. Un evento insolito, ma non senza precedenti. Un fenomeno che rafforza gli alisei orientali, portando la pioggia nel sud-est asiatico e in Australia. La Niña si è combinata con le acque calde nell’Oceano Indiano settentrionale per portare inondazioni diffuse in una fascia che si estende dall’Iran alla Nuova Zelanda, e quasi ovunque tra queste aree. Le inondazioni più devastanti si sono verificate in Pakistan, dove circa 8 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case a causa di massicce inondazioni lungo il fiume Indo. L’Australia ha anche subito gravi eventi alluvionali durante tutto l’anno, principalmente nella parte orientale, ma anche nella regione del Kimberly alla fine dell’anno e nel 2023.

Com’è tipico per La Niña, la pioggia è stata molto meno abbondante dall’altra parte dell’Oceano Pacifico. Una siccità pluriennale negli Stati Uniti occidentali e nel centro del Sud America ha visto i laghi scendere ai minimi storici. Un altro anno di siccità ha inoltre decimato i raccolti e portato a un rapido peggioramento della situazione umanitaria nel Corno d’Africa.

TENDENZE PREOCCUPANTI IN DIVERSE REGIONI

Nonostante i dati non dimostrino un cambiamento nella piovosità globale media, la tendenza non è delle migliori. Le regioni monsoniche dall’India all’Australia settentrionale stanno diventando più umide. Parti delle Americhe e dell’Africa stanno invece diventando più secche, compresi gli Stati Uniti occidentali, che hanno vissuto il loro 23° anno di siccità nel 2022.
Le registrazioni totali mensili delle precipitazioni appaiono intatte, ma quelle su periodi più brevi stanno diventando sempre più intense in molte regioni.

Alluvione in Germania – Credit: Ap

Come evidenzia il rapporto, nel 2022 gli eventi di precipitazioni intense hanno colpito le comunità di tutto il mondo, dal Brasile alla Nigeria e dal Sudafrica all’Afghanistan, India e Pakistan. Gli acquazzoni hanno causato inondazioni improvvise e smottamenti, uccidendo migliaia di persone e lasciando molte altre migliaia senza una casa. La crescente pressione demografica sta spingendo un numero sempre maggiore di persone nelle pianure alluvionali e su pendii instabili, rendendo le forti piogge e gli eventi alluvionali ancora più dannosi che in passato.

UN MONDO PIU’ CALDO E PIU’ SECCO

Il mondo si sta surriscaldando, e lo fa anche in presenza di La Niña. Le ondate di caldo stanno aumentando in gravità e durata e questo è stato evidente nel 2022.
Oltre ad essere disastri naturali a sé stanti, le ondate di caldo e le temperature insolitamente elevate influenzano anche il ciclo dell’acqua. Nel 2022, intense ondate di caldo in Europa e in Cina hanno portato alle cosiddette “siccità improvvise”. Queste si verificano quando l’aria calda e secca provoca la rapida evaporazione dell’acqua dal suolo e dai sistemi idrici interni.
Nella scorsa estate molti fiumi in Europa si sono prosciugati, esponendo manufatti nascosti per secoli.

Siccità nel ravennate (Ravenna Today)

L’aria non solo sta diventando più calda, ma anche più secca, quasi ovunque. Ciò significa che le persone, le colture e gli ecosistemi hanno bisogno di più acqua per rimanere in salute, aumentando ulteriormente la pressione sulle risorse idriche. L’aria secca significa anche che le foreste si seccano più velocemente, aumentando la gravità degli incendi boschivi. Nel 2022, gli Stati Uniti occidentali hanno subito gravi incendi a gennaio, nel mezzo dell’inverno dell’emisfero settentrionale.

Le temperature più calde sciolgono anche la neve e il ghiaccio più velocemente. Le inondazioni in Pakistan sono state aggravate da una precedente ondata di caldo intenso che ha aumentato lo scioglimento dei ghiacciai nell’Himalaya. Non sono esenti le Alpi, sulle quali alcuni ghiacciai hanno perso metri di ghiaccio.

Il cambiamento climatico non è l’unico responsabile che sta cambiando il ciclo dell’acqua. C’è stato un costante aumento del volume dei laghi in tutto il mondo. Ciò è dovuto principalmente alla costruzione e all’ampliamento di dighe da parte dei governi, al fine di garantire l’accesso all’acqua, modificando i flussi dei fiumi a valle.

IL FUTURO

Ora, l’influenza di La Niña sembra essere in declino ed è possibile che si passi a El Niño a metà di quest’anno. La speranza è che ciò significhi meno inondazioni in Asia e Oceania e più pioggia per le regioni colpite dalla siccità nelle Americhe e nell’Africa orientale.
L’Australia, tuttavia, potrebbe vedere un ritorno alle ondate di caldo e agli incendi boschivi. A lungo termine, il 2023 potrebbe segnare l’inizio di un’altra siccità pluriennale.

Credit: Mauna Loa Observatory – NOAA

L’altalena tra El Niño e La Niña è un fenomeno naturale. Ma resta da vedere se i tre anni di La Niña siano stati una casualità o un segnale dovuto al cambiamento climatico.
Se La Niña o El Niño rimarranno più a lungo in futuro, è probabile che sperimenteremo siccità più profonde e inondazioni peggiori di quelle viste finora.

Il successo dell’umanità nella riduzione delle emissioni di gas serra determinerà il futuro del pianeta tra diversi decenni. Fino ad allora, le temperature globali continueranno ad aumentare. Continueranno a essere battuti nuovi record: per ondate di caldo, nubifragi, siccità improvvise, incendi boschivi e scioglimento dei ghiacci.
Non c’è modo di evitarlo. Quello che possiamo fare è prestare attenzione ai segnali di pericolo e prepararci per un futuro impegnativo.

Il rapporto e i dati completi sono disponibili al pubblico su www.globalwater.online .

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it