Published On: Gio, Mar 23rd, 2023

Finalmente risolto il mistero di 1I/’Oumuamua

Il 19 Ottobre 2017, sull’isola di Maui, gli astronomi che utilizzano il telescopio Pan-STARRS1, gestito dall’Istituto di astronomia dell’Università delle Hawaii, notarono per la prima volta un oggetto celeste che pensavano fosse una cometa o un asteroide.

Ben presto si resero conto che la sua orbita inclinata e la sua velocità (87 Km/s), implicavano la sua provenienza dall’esterno del nostro Sistema Solare. Gli conferirono quindi il nome di 1I/’Oumuamua, che nella lingua locale significa “un messaggero che per primo arriva da lontano“. In effetti è stato il primo oggetto interstellare (granelli di polvere esclusi) ad essersi fatto vivo dalle nostre parti.

IL MISTERO DEL CORPO INTERSTELLARE

La sua luminosità cambiava periodicamente di un fattore 12 e variava in modo asimmetrico, presumendo che fosse molto allungato e cadente da un capo all’altro. Gli astronomi dedicarono tante ore di osservazione a questo oggetto che si muoveva rapidamente all’interno del nostro sistema solare. Non sembrava essere una roccia qualsiasi, perché dopo il giro di boa intorno al Sole accelerò in un’orbita iperbolica.

Questa anomalia poteva essere spiegata con una cometa che espelle gas e detriti, ma non ci fu prova di degassamento. Era inoltre estremamente luminoso, quasi come se fosse un metallo brillante, e per spiegare tali osservazioni gli astronomi ipotizzarono che fosse costituito da ghiaccio di idrogeno.
Ma una cosa era certa: 1I/’Oumuamua era un oggetto interstellare mai osservato prima. Ciò scatenò la fantasia di astrofili e astronomi, uno dei quali, ben noto, ipotizzò una teoria estremamente bizzarra.

MISTERO RISOLTO

Credit: NASA, ESA

Ora, un astrochimico dell’Università della California, in collaborazione con un astronomo della Cornell University, hanno chiarito che le misteriose deviazioni della cometa da un percorso iperbolico attorno al sole possono essere spiegate da un semplice meccanismo fisico probabilmente comune a molte comete ghiacciate: il degassamento dell’idrogeno molecolare creato dall’interazione dei raggi cosmici sul ghiaccio d’acqua.
Ciò che ha reso ‘Oumuamua diverso da ogni altra cometa ben studiata nel nostro sistema solare sono le sue dimensioni: è così piccolo (115 X 111 X 19 metri) che gli effetti della forza non-gravitazionale dovuta all’emissione dell’idrogeno è divenuta osservabile. 1I/’Oumuamua è quindi una cometa oscura

LE COMETE OSCURE

Da quella prima osservazione gli scienziati hanno identificato altre 6 piccole comete senza chioma osservabile, ma con piccole accelerazioni non gravitazionali, suggerendo che si tratta di oggetti comuni. Una di queste, 1998 KY 26, rappresenta il prossimo obiettivo della missione giapponese Hayabusa2, che ha recentemente raccolto campioni dall’asteroide Ryugu. E così come 1I/’Oumuamua, anche questa si pensava che potesse essere un piccolo asteroide.

In futuro, grazie ai moderni strumenti a disposizione, si stima di poter scoprire sino a 3 comete interstellari ogni anno, permettendo agli scienziati di acquisire ulteriori certezze sul degassamento.

Il lavoro è stato pubblicato su Nature.

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