Published On: Mar, Set 19th, 2023

Alla ricerca di inquinamento atmosferico su altri mondi

Sin dagli anni ’80 il programma SETI, acronimo di Search for Extra-Terrestrial Intelligence, ha cercato forme di vita aliene captando segnali radio attraverso grandi radiotelescopi. Ora, un articolo di Sara Seager del MIT e di un team internazionale di scienziati, propone una ricerca diversa basata sull’individuare eventuali forme di inquinamento atmosferico nelle atmosfere di esopianeti.
In particolare i ricercatori propongono la “caccia” al trifluoruro di azoto (NF3) e all’esafluoruro di zolfo (SF6), ossia gas che svelerebbero la presenza di una società tecnologicamente avanzata. Sulla Terra la loro abbondanza è aumentata rapidamente dall’inizio della rivoluzione industriale, con caratteristiche spettrali uniche. Se trovate nell’atmosfera di un pianeta lontano, le loro impronte balzerebbero dagli spettri di fondo. Quindi, se gli astronomi vedessero tali impronte digitali nell’atmosfera di un mondo alieno, potrebbe essere un indizio di una civiltà ragionevolmente avanzata. 

Nel 2019, un gruppo di astronomi guidati da George Djorgovski organizzò un seminario, ospitato dal Keck Institute for Space Studies, che aveva l’obiettivo di riesaminare le ricerche volte a trovare prove di tecnologie extraterrestri, tenendo conto dei progressi nella scoperta di altri pianeti e dell’espansione dell’astronomia basata sui dati. Nonostante un ritardo causato dalla pandemia, il rapporto conclusivo di questo workshop rimane di grande interesse. Esso fornisce un quadro del contesto e della ragione per cui è stato condotto il seminario, esaminando anche le metodologie per l’analisi dei vasti database di dati astronomici.

COME CERCARE UNA FIRMA TECNOLOGICA SU ALTRI MONDI

In particolare, il rapporto si concentra sull’uso dell’apprendimento automatico per individuare “dati anomali” che potrebbero suggerire la presenza di una firma tecnologica. Viene anche discusso cosa cercare nei grandi database, inclusi elementi come le strutture disoniane. Infine, il rapporto delinea altri tipi di segnali da cercare nei database e suggerisce alcune possibili strategie per la ricerca di artefatti all’interno del sistema solare.

Il pianeta Venere, al centro del dibattito sulla fosfina – Credit: NASA

Un aspetto interessante è che il rapporto suggerisce che scoperte inaspettate nell’ambito dell’astronomia e dell’astrofisica potrebbero essere il risultato della ricerca di vita extraterrestre. Afferma che le ricerche sulle tecnofirme dovrebbero essere condotte seguendo la “Prima legge delle indagini SETI” di Freeman Dyson, che sostiene che ogni ricerca di civiltà aliene dovrebbe essere progettata in modo da fornire risultati interessanti anche in assenza di prove dirette. Questo approccio alla ricerca di tecnofirme è simile all’approccio della NASA nella ricerca di biofirme, poiché nessuna singola osservazione o misurazione può essere considerata come prova definitiva della presenza di vita.

Uno dei fattori più importanti nella ricerca della vita su altri mondi, tuttavia, non è scientifico. È sociale. Come menzionano sia l’articolo di Seager che il rapporto Keck, dobbiamo esaminare i nostri pregiudizi quando facciamo queste ricerche. Per molto tempo, la gente ha semplicemente dato per scontato che altre civiltà ci avrebbero semplicemente inviato un “ciao cosmico”. Oppure verrebbero da noi su dischi volanti. Come suggeriscono entrambi gli studi, i segnali provenienti da altre civiltà potrebbero essere molto più subdoli e alieni di quanto ci aspettiamo.

Raffigurazione di un esopianeta

L’altra parte dell’equazione “sociale” è che qualsiasi ricerca di vita necessita di un sostanziale sostegno pubblico. Il rapporto Keck afferma: “Al momento, il SETI e la ricerca di tecnofirme incontrano reazioni contrastanti, positive e negative. Molti documenti e affermazioni precedenti erano errati e hanno portato altri a fare affermazioni oltraggiose che non sono state verificate scientificamente. La stessa situazione si è verificato quando è iniziata la ricerca degli esopianeti. Ci sono volute molte rilevazioni verificate per integrare questo tipo di ricerca. È importante avere un sostegno finanziario (quindi sostegno pubblico) per poter cercare seriamente le tecnofirme.

Un messaggio per il pubblico è molto diverso dal messaggio destinato a ottenere il supporto della revisione tra pari all’interno della comunità. E, naturalmente, le agenzie di finanziamento hanno bisogno di vedere proposte di finanziamento da parte di team scientifici legittimi che fanno il possibile per far avanzare i campi dell’astronomia, dell’astrofisica e della ricerca della vita aliena. Un approccio così combinato all’istruzione pubblica sarà importante, soprattutto perché gli scienziati sono ora in grado di condurre studi dettagliati sugli esopianeti e sulle loro atmosfere alla ricerca della vita nell’universo.
L’articolo è stato pubblicato su Scientific Reports.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it