Published On: Ven, Ott 6th, 2023

Il “buco dell’ozono” sopra l’Antartide torna ad espandersi

Gli ultimi dati del satellite Copernicus Sentinel-5P indicano che il buco dell’ozono sopra l’Antartide nel 2023 è uno dei più estesi mai registrati. Noto come “area di riduzione dello strato di ozono”, ha raggiunto una dimensione di 26 milioni di km quadrati il 16 settembre, circa tre volte la dimensione del Brasile.

La dimensione del buco dell’ozono varia stagionalmente. Di solito, da agosto a ottobre, aumenta di dimensioni, raggiungendo il suo massimo tra metà settembre e metà ottobre. Questo è dovuto alle condizioni atmosferiche nell’emisfero meridionale, in cui le temperature nella stratosfera iniziano a salire e il vortice polare si indebolisce, prima di scomparire completamente entro la fine di dicembre, ripristinando i livelli di ozono alla normalità.

COPERNICUS SENTINEL-5P

Sentinel-5P, lanciato nell’ottobre 2017, è il primo satellite Copernicus dedicato al monitoraggio dell’atmosfera. Equipaggiato con uno spettrometro di imaging multispettrale avanzato chiamato Tropomi, può rilevare gas atmosferici in diverse bande dello spettro elettromagnetico, consentendo di monitorare gli inquinanti atmosferici con una risoluzione spaziale elevata. Le misurazioni dell’ozono totale vengono elaborate presso il Centro aerospaziale tedesco (DLR) utilizzando algoritmi sviluppati da DLR e dal Royal Belgium Institute for Space Aeronomy (BIRA-IASB).

Le misurazioni dell’ozono totale di Sentinel-5P vengono fornite al Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS) entro tre ore dalla loro acquisizione. CAMS, gestito dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto dell’Unione Europea, integra questi dati quasi in tempo reale nel suo sistema di analisi e previsione dei dati sull’ozono.

ERUZIONE HUNGA TONGA

Eruzione a Tonga (Credit Bloomberg)

Il buco dell’ozono è influenzato principalmente dalla forza di una fascia di vento circolante che si trova sopra l’Antartide. Questa fascia di vento è generata dalla rotazione terrestre e dalle differenze di temperatura tra le latitudini polari e quelle temperate. Quando è forte, impedisce lo scambio di masse d’aria tra le latitudini polari e quelle temperate, causando il raffreddamento delle masse d’aria alle latitudini polari e favorendo la formazione del buco dell’ozono. È stato ipotizzato che l’eruzione del vulcano Hunga Tonga nel gennaio 2022 abbia potuto avere un impatto sulle concentrazioni di ozono di quest’anno. L’eruzione ha rilasciato vapore acqueo nella stratosfera, che potrebbe aver intensificato la formazione di nubi stratosferiche polari, accelerando la riduzione. Tuttavia, la relazone causa-effetto è ancora oggetto di ricerca.

IL PROTOCOLLO DI MONTREAL

Infine, va ricordato che negli anni ’70 e ’80, l’uso diffuso di clorofluorocarburi (CFC) in prodotti come frigoriferi e bombolette spray causò danni allo strato di ozono. Il Protocollo di Montreal del 1987 contribuì a mitigare questo problema, eliminando gradualmente la produzione e il consumo di tali sostanze dannose. Gli scienziati prevedono che lo strato di ozono globale tornerà alla normalità intorno al 2050, grazie a tali misure e alla diminuzione delle sostanze che lo distruggono.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it