Published On: Mer, Nov 1st, 2023

Alluvioni: quando l’Adige viene spostato nel Lago di Garda

Ieri (ndr 31/10/2023) alle 17.30 (orario comunicato dal sindaco di Torbole) è stata aperta, dopo 5 anni da Vaia, la galleria Adige – Garda. Lo scolmatore che consente di ridurre la portata dell’Adige, proteggendo i territori a valle di Rovereto, ha “diverso” 150 m3/s di portata nel lago di Garda trentino. Di questa importante opera idraulica ne avevamo già parlato tempo fa in un articolo.

Schema Idraulico della galleria scolmatrice Adige-Garda (Credit F. Gavazzoni)

Da un rapido controllo degli idrometri, la piena a Trento, era transitata in tarda mattinata. (con un picco registrato di 1.566 m3/s alle 11.30, circa 340 m3/s inferiore rispetto all’evento di 5 anni fa con Vaia).

Idrometro a Trento

La galleria ha una distanza di circa 29 km dall’idrometro di Trento, per cui l’onda di piena è giunta allo sbarramento di Mori, dove è collocato l’imbocco della galleria, dopo quasi 6 ore. L’apertura è stata pertanto davvero, per così dire, sincronizzata con il passaggio della piena. Volendo monitorare l’effetto a valle della galleria è possibile visualizzare l’idrometro di Avio, quasi 20 km a valle dell’imbocco della galleria.

Idrometro ad Avio

In realtà non si è registrata una diminuzione dopo 9-10 ore dall’apertura, ovvero in piena notte, ma questo è probabilmente dovuto ad una naturale laminazione dell’onda di piena, anche in relazione alla diversione della portata. Quello che si vede chiaramente è una diminuzione più che proporzionale della fase decrescente al picco, che ha ridotto il carico idraulico all’ingresso in Veneto, sgravandolo da una situazione di potenziale rischio.

Rimane da capire: vale la pena aprire lo scolmatore in presenza di una piena con un tempo di ritorno non troppo elevato, con le conseguenze che questa operazione comporta?

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- ingegnere per l’ambiente ed il territorio, laureato a Trento, si è sempre occupato di progettazione idroelettrica, mercato dell’energia, idraulica ed ambiente. Ha numerose esperienze lavorative internazionali (Brasile, Africa centrale, Australia) ed una passione per la geografia e la cultura classica. Questa passione lo ha portato a laurearsi in geografia nel 2020 con una tesi sugli itinerari culturali. Velleità da periegeta e da geografo naïve non lo distolgono dal grande obiettivo di sensibilizzare le persone rispetto al tema dell’energia, della sua produzione, del risparmio ed in un’ultima analisi della strategica importanza che questa commodity riveste. Il progetto GeoMagazine lo ha convinto sin dall’inizio e, oltre che alla produzione di articoli tra scienza e contaminazioni umanistiche, a rivestire il ruolo di editore di questa pagina di comunicazione scientifica ed ambientale, con l’obiettivo di renderla un canale di informazione imparziale ed obiettivo, lontano da semplificazioni, sottintesi e qualunquismo. Un canale che si rivolge ad un pubblico variegato in termini di età e formazione, ma che si pone una regola ferrea: analizzare i problemi, suffragarli, e spiegarli in modo semplice. Lo story telling che si può invece scorgere negli articoli più leggeri vuole essere una posa di positivismo ed un’ispirazione verso mondi inesplorati, fuori e dentro di noi.