Published On: Dom, Nov 19th, 2023

Il profondo Nord Atlantico, custode dei segreti climatici per un millennio

Recenti ricerche condotte dalla Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI) e dall’University College London (UCL) svelano un intrigante capitolo nella storia climatica della Terra. Un articolo pubblicato su Science presenta dati sedimentari del Nord Atlantico, offrendo una visione senza precedenti dei cambiamenti termici negli ultimi 1.200 anni e mettendo in luce il ruolo cruciale dell’oceano profondo nel mitigare le oscillazioni climatiche.

Il mistero dei sedimenti marini

L’indagine, condotta da un team di ricercatori, ha coinvolto l’analisi di sedimenti marini prelevati a sud dell’Islanda. Questi sedimenti, testimoni silenziosi dei secoli passati, hanno fornito dati cruciali sulla temperatura superficiale e profonda del Nord Atlantico nel corso dei millenni.

Il balletto degli elementi chimici 

Utilizzando sofisticate tecniche di analisi chimica sui minuscoli fossili di foraminiferi presenti nei sedimenti, i ricercatori hanno ottenuto una finestra su come l’oceano ha risposto alle variazioni climatiche. I risultati hanno confermato non solo le osservazioni recenti sul riscaldamento della superficie e delle profondità oceaniche, ma hanno anche rivelato connessioni profonde tra gli strati superiori e inferiori dell’oceano nel corso dei secoli.

La scintilla del cambiamento climatico

Il coautore del lavoro, il professor David Thornalley (UCL Geography), ha sottolineato l’importanza di indagare su come l’oceano trasferisce il calore dalla superficie alle profondità. “Abbiamo voluto esplorare se il Nord Atlantico ha sempre svolto questo ruolo nei cambiamenti climatici degli ultimi 1.000 anni. Questo studio rappresenta un passo avanti, permettendoci di misurare indirettamente le temperature dell’oceano profondo in un periodo chiave della storia“, ha spiegato il professore.

Guardiani dell’equilibrio climatico

I risultati mostrano come il Nord Atlantico abbia agito come un custode, trasferendo costantemente il calore dalle superfici oceaniche alle profondità nel corso degli ultimi 1.200 anni. Questo processo ha contribuito a stabilizzare le oscillazioni climatiche, attenuando gli effetti di periodi di calore e freddo estremi sulla superficie terrestre.

Il periodo studiato copre un’ampia varietà di condizioni climatiche, dalla calda anomalia climatica medievale all’era glaciale. La Piccola Era Glaciale, nota per inverni rigidi e ghiaccio sul Tamigi, ha visto l’oceano profondo del Nord Atlantico agire come un contrappeso cruciale, impedendo che le temperature superficiali raggiungessero livelli catastrofici.

L’AMOC come attore chiave 

Il capovolgimento meridionale della circolazione atlantica (AMOC), descritta come un nastro trasportatore oceanico, è emersa come protagonista chiave in questo processo. Le correnti che trasportano acqua calda a nord e raffreddano le profondità dell’oceano a sud hanno svolto un ruolo centrale nel modellare il clima oceanico.

Il futuro in bilico

Mentre l’oceano continua a giocare un ruolo fondamentale nel mitigare il riscaldamento globale, si aprono domande sul futuro. Il timore di un indebolimento dell’AMOC solleva interrogativi su come l’oceano risponderà nei prossimi secoli. “La salute dell’AMOC influirà sull’equilibrio del calore tra la superficie e le profondità dell’oceano, una dinamica cruciale per il nostro clima futuro“, ha concluso il professor Thornalley.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it