Published On: Mer, Dic 6th, 2023

Ounissa Mazhoud: una donna, un asino, e l’odissea quotidiana per l’acqua

Ounissa Mazhoud, 57 anni, abitante del remoto villaggio di Ouled Omar, situato a 180 chilometri a sud-ovest della capitale Tunisi, è diventata il volto della crisi idrica che ha colpito la Tunisia, entrata nel suo quarto anno di siccità. In questo villaggio, un tempo noto per i suoi campi di grano e i pini d’Aleppo, la vita quotidiana è stata trasformata dalla lotta per l’acqua.
La Tunisia, il 33° paese più stressato dall’acqua secondo il World Resources Institute, è ora alle prese con una grave scarsità idrica. Ounissa e altre donne di Ouled Omar si svegliano ogni mattina con un unico obiettivo: trovare l’acqua necessaria per le loro famiglieIl villaggio, dimenticato da tutti, è privo di strade, aiuti e alloggi dignitosi. La fonte più vicina da cui approvvigionarsi è un fiume a un’ora di faticoso cammino. “Siamo morti viventi“, afferma Ounissa, riflettendo il senso di abbandono e la disperazione che affliggono la comunità.

IMPATTO DEVASTANTE SULL’AGRICOLTURA E SULL’ALLEVAMENTO

La Banca Mondiale prevede che entro il 2030 la regione del Medio Oriente e del Nord Africa raggiungerà la “scarsità assoluta d’acqua” di 500 metri cubi all’anno pro capite. La Tunisia è già a 450 metri cubi per abitante.

Vaste aree dell’Africa stanno sperimentando siccità da record

Le dighe, principale fonte di acqua potabile e irrigazione, sono solo al 22% della capacità, nonostante le brevi piogge recenti. Circa 20 invasi sono fuori servizio, soprattutto nelle zone più aride del sud. Le autorità hanno introdotto il razionamento dell’acqua anche nelle città, ma nei villaggi remoti, come Ouled Omar, l’impatto è devastante sull’agricoltura e sull’allevamento. 
Mahmoud Mazhoud, 65 anni, marito di Ounissa, racconta che il villaggio non può più sostenere il bestiame, costringendoli a vendere parte del loro patrimonio animale per sopravvivere. Ouled Omar, che ospita 22 famiglie, condivide l’unica sorgente rimasta, producendo solo 10 litri d’acqua al giorno, ma non potabile.
Gli abitanti del villaggio, sentendosi trascurati, hanno protestato presso gli uffici del governatorato, chiedendo strade asfaltate e accesso all’acqua pulita. Tuttavia, la situazione sembra destinata a peggiorare, con molte fonti naturali scomparse a causa del cambiamento climatico.

CRISI IDRICA PER TRECENTOMILA

Il villaggio di Ouled Omar affronta l’isolamento, con strade non asfaltate e una sensazione di abbandono che spinge alcuni a trasferirsi in città o all’estero. Circa 300.000 tunisini, secondo il Forum tunisino per i diritti economici e sociali, non hanno acqua potabile nelle proprie case, e molte famiglie sono costrette a emigrare in cerca di una vita migliore.
La tragedia della crisi idrica in Tunisia si manifesta attraverso la vita quotidiana di persone come Ounissa Mazhoud, che lottano per un bene essenziale mentre il cambiamento climatico e la siccità minacciano la loro esistenza.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it