Published On: Dom, Mag 19th, 2024

Nut e la Via Lattea: connessioni celesti nei testi degli antichi Egizi

I nostri antenati concepivano il cielo soprattutto in termini religiosi. Le comete, ad esempio, rappresentavano presagi di sventure e l’astronomia aveva un divario molto sottile con l’astrologìa. Il cielo era scrutato dagli astronomi-indovini che avevano il compito di accumulare dati per i calendari e custodire le leggende che avevano come scenario il cielo. Tra i primissimi popoli di cui abbiamo notizie ci sono gli Accadi, risalenti ad una regione dove 4500 anni dopo sarebbe poi sorta Babilonia. Ai babilonesi va il merito di aver tramandato innumerevoli scoperte, così come gli Egizi, che ancora oggi sono considerati come popoli molto influenti attraverso le loro rilevazioni sulle sponde del Nilo

LE CREDENZE DI QUELL’EPOCA

Nel tempo i ricercatori hanno cercato di stilare un quadro inerente le credenze dell’epoca: Il dio Sah è stato collegato alle stelle della costellazione di Orione, mentre la dea Sopdet è stata collegata alla stella Sirio. Dove vediamo un aratro (o l’Orsa Maggiore), gli egiziani vedevano la zampa anteriore di un toro. Ma il nome egiziano della Via Lattea e la sua relazione con la cultura egizia sono rimasti a lungo un mistero. Diversi studiosi hanno suggerito che la Via Lattea fosse collegata a Nut, la dea egizia del cielo che ingoiò il sole al tramonto e lo generò nuovamente al sorgere del giorno successivo. Ma i tentativi erano incoerenti tra loro e non corrispondevano agli antichi testi egiziani.

LA DEA NUT

In un recente studio pubblicato sul Journal of Astronomical History and Heritage, un ricercatore ha esaminato le descrizioni della dea Nut presenti nei testi antichi, confrontandole con simulazioni della Via Lattea nel cielo notturno dell’antico Egitto.

E’ emerso che la Via Lattea non rappresenta fisicamente la dea, ma potrebbe essere stata usata simbolicamente per indicare la sua presenza nel cielo. Durante l’inverno, le braccia di Nut corrispondono alla Via Lattea, mentre in estate la sua spina dorsale è delineata dalla spirale della nostra galassia. Nei murali tombali e nei papiri funerari, Nut è spesso raffigurata come una donna nuda e arcuata, un’immagine che ricorda l’arco della Via Lattea.

Nut è anche rappresentata come mucca, ippopotamo e avvoltoio, figure che evidenziano i suoi attributi materni. La Via Lattea, similmente, potrebbe evidenziare i suoi attributi celesti.

Nei testi antichi, Nut è descritta anche come una scala o una figura che tende le braccia per guidare i defunti verso il cielo nell’aldilà. Molte culture, come i Lakota, i Pawnee in Nord America e i Maya Quiché in America Centrale, vedono la Via Lattea come una strada degli spiriti.

Il Libro di Nut descrive anche la migrazione annuale degli uccelli in Egitto, collegandola sia agli inferi che a Nut stessa. Analogamente, diverse culture nei Paesi Baltici e nel Nord Europa (tra cui finlandesi, lituani e sami) vedono la Via Lattea come il percorso di migrazione degli uccelli prima dell’inverno. Sebbene questi collegamenti non dimostrino una connessione diretta tra Nut e la Via Lattea, suggeriscono che tale connessione la collocherebbe comodamente all’interno della mitologia globale della Via Lattea.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it