Published On: Gio, Set 21st, 2023

La materia oscura (e non le antiche collisioni) deforma la Via Lattea

Determinare la forma della Via Lattea è una sfida complessa. Fu soltanto nel secolo scorso che abbiamo appreso come la nostra galassia fosse una tra miliardi e nonostante i moderni telescopi e i veicoli spaziali, la mappatura è ancora in corso.

Una scoperta interessante è che essa è deformata, e un nuovo studio della Cornell University suggerisce che questa deformazione potrebbe essere causata dalla materia oscura anziché da collisioni galatticheLa prima prova di questa deformazione è giunta dalla navicella spaziale Gaia che ha mappato più di un miliardo di stelle, e ha rivelato che la Via Lattea si estende più di quanto si pensasse verso l’esterno, con un bordo increspato e deformato. Questa deformazione era precedentemente attribuita ad antiche collisioni galattiche, ma lo studio suggerisce che potrebbe essere dovuto alla materia oscura che circonda la galassia.

La via Lattea

La materia oscura è una componente invisibile presente in molte galassie, compresa la nostra, e la sua forma potrebbe influenzare nel tempo la struttura delle galassie. Se l’alone è inclinato rispetto al piano di una galassia, i suoi effetti gravitazionali potrebbero distorcerne il disco. Questa inclinazione potrebbe persistere per miliardi di anni, causando distorsioni nella struttura, ma la domanda che si pongono i ricercatori è se questo sia significativo o abbastanza comune da causare la struttura che vediamo nella Via Lattea

Le osservazioni astronomiche hanno rivelato che molte galassie, inclusa la metà di quelle a spirale, mostrano una deformazione simile, suggerendo che le interazioni gravitazionali a lungo termine potrebbero essere comuni nell’universo. Lo studio apre nuove prospettive sulla comprensione dell’evoluzione delle galassie; tuttavia, per confermare questa teoria saranno necessarie ulteriori osservazioni e simulazioni.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it