Published On: Gio, Apr 9th, 2020

L’ululone appenninico

L’ululone appenninico è un piccolo anuro appartenente alla famiglia dei Bombinatoridae. La sua posizione tassonomica è ancora oggetto di dibattito tra gli erpetologi: alcuni ritengono che debba essere considerato come specie a sé stante, per l’appunto Bombina pachypus, mentre altri lo considerano una sottospecie di Bombina variegata, ossia  Bombina variegata ssp. pachypus.

E’ distribuito lungo tutto l’arco appenninico dalla Liguria alla Calabria con una piccola interruzione dell’areale nel Lazio meridionale e nella Campania settentrionale, ma probabilmente tale interruzione va attribuita ad una carenza di dati. Può essere ritrovato da pochi metri s.l.m. sino a circa 2000 m.

Aspetto

L’aspetto generale ricorda un piccolo rospo. Può raggiungere i 6 cm di lunghezza. Dorsalmente presenta una colorazione criptica (bruno-grigiastra e/o brunastra) mentre ventralmente mostra una evidente colorazione aposematica, caratterizzata da matrice di fondo giallo chiaro-giallo arancio costellata da un numero variabile di macchie grigio-bluastre.

Biologia

Prevalentemente diurno, frequenta varie tipologie di corpi idrici di solito poco estesi e poco profondi (torrenti, stagni, acquitrini, abbeveratoi, pozze ecc.), caratterizzati sia da acque limpide sia da acque torbide. L’ululone appenninico è attivo da marzo a ottobre con il periodo riproduttivo che va da marzo-aprile a settembre-ottobre, a seconda delle condizioni climatiche locali. Durante la stagione riproduttiva il maschio emette il caratteristico verso “uh-uh” da cui deriva il nome italiano “Ululone“. L’amplesso è di tipo lombare e durante la stagione riproduttiva si possono avere più episodi di accoppiamento (3-4). La femmina depone fino un centinaio di uova (raramente fino a 300), spesso non in un’unica soluzione, ma in più riprese e a gruppi di circa 10 unità. Le uova vengono ancorate alla vegetazione sommersa.

Dopo un periodo di uno-due settimane nascono le larve, le quali giungono a metamorfosi dopo 1,5-3 mesi. Le larve (girini) sono per lo più carnivore, tuttavia non disdegnano sostanza animale morta e vegetali; gli adulti si cibano soprattutto di Artropodi. I girini sono predati da alcuni invertebrati (larve di libellule e Coleotteri ditiscidi), da pesci, tritoni e serpenti appartenenti al genere Natrix. Gli adulti non hanno molti predatori poiché possono secernere delle sostanze urticanti dalla pelle. Quando è minacciato, l’ululone inarca il dorso mostrando la colorazione aposematica ventrale per indicare al potenziale predatore la sua tossicità e quindi la sua scarsa appetibilità. Questo atteggiamento prende il nome “unkenreflex” dal tedesco unke: ululone e reflex: riflesso.

Minacce e conservazione

La specie è minacciata dalla rarefazione delle aree umide, dall’eccessiva captazione idrica per uso agricolo, dall’espansione del cinghiale (che spesso causa l’interramento delle pozze e la morte diretta della specie per calpestio), dai cambiamenti climatici e agenti patogeni fungini come il Batrachochytrium dendrobatis. La tutela dei corpi idrici e la corretta gestione della captazione idrica sono elementi essenziali per difendere la specie da un declino che è iniziato da alcuni decenni.

La specie è inserita:

  • nell’allegato II della Convenzione di Berna come B. variegata;
  • negli allegati II e IV della «Direttiva Habitat» 92/43/CEE come B. variegata;
  • nella categoria LC (least concern) della Red List dell’I.U.C.N. come B. pachypus;
  • nel «Libro Rosso» del WWF come B. variegata.

 

Fonti bibliografie e fotografiche:

  • Ph. Manuél Marra
  • Lanza, B., Andreone, F., Bologna, M. A., Corti, C., & Razzetti, E. Amphibia. Edizioni Calderini. 2007.
  • Sindaco, Roberto, ed. Atlante degli Anfibi e dei Rettili d’Italia. Edizioni Polistampa, 2006.
  • Vanni, Stefano, and Annamaria Nistri. Atlante degli Anfibi e dei Rettili della Toscana. Regione Toscana, 2006.

About the Author

- Laureato in Scienze Naturali con indirizzo in conservazione delle natura e delle sue risorse presso l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro, attualmente lavora per Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) come operatore didattico Oasi Lipu Gravina di Laterza. Ha ottenuto sempre presso l'Ateneo barese il titolo di dottore di ricerca in Scienze Ambientali ed è Guida Ambientale Escursionistica associata AIGAE. Contatti: manuel.marra@geomagazine.it