Published On: Lun, Giu 8th, 2020

FRB, impulsi radio periodici da 3 miliardi di anni luce

Grazie alle capacità del Lovell Telescope presso l’osservatorio Jodrell Bank di Manchester, un team internazionale di astronomi ha studiato un oggetto noto come Fast Radio Burst (FRB) che emette impulsi radio di breve durata.

Noto come 121102, l’oggetto emette impulsi radio singoli in una finestra di 90 giorni, seguiti da un periodo di quiete di 67 giorni, per poi ricominciare.
Questa scoperta fornisce un indizio importante per identificare l’origine di questi enigmatici misteri dell’Universo. La presenza di una sequenza regolare nell’attività potrebbe implicare che il segnale sia collegato al movimento orbitale di una stella massiccia o una stella di neutroni. Ma le ipotesi tra scienziati sono ancora oggetto di dibattito.

Le ultime teorie escludono che provengano dal centro di buchi neri supermassicci, in quanto questi rapidi impulsi radio proverrebbero dalla periferia delle galassie.

Recentemente, infatti, sono state implementate delle ricerche dei più grandi telescopi della Terra per individuare la sorgente di altri 4 FRB scoperti nel cosmo. I risultati hanno stabilito che gli impulsi provenissero dalla periferia di enormi galassie che stanno formando nuove stelle ad un ritmo modesto, proprio come la nostra Via Lattea. Ciò ha reso possibile l’idea che all’origine ci sia la fusione di nane bianche o di stelle di neutroni.

L’esistenza dei FRB è stata scoperta solo nel 2007 dal radiotelescopio Parkes australiano. Inizialmente si pensò che fossero correlati ad un evento catastrofico singolo legato ad un’esplosione stellare. In realtà, si notò nel tempo che proprio 121102, originariamente scoperto dal radiotelescopio di Arecibo il 2 Novembre 2012, nella periferia di una galassia nana a 3 miliardi di anni luce dalla Terra, inviò nuovi impulsi a distanza di 4 anni, e poi altri ancora in futuro. E prima dello studio di Manchester, nessuno aveva mai trovato uno schema regolarmente periodico.

O meglio, 121102 è il secondo oggetto che mostra uno schema organizzato, ma la prima fonte, nota come FRB 180916.J10158 + 56, mostra una periodicità di soli 16 giorni. Questa enorme differenza fa comprendere quanto poco si sappia in merito a questi oggetti lontani. Saranno necessarie ulteriori osservazioni a lungo termine per ottenere un quadro più chiaro di queste fonti radio periodiche e chiarire la loro origine.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it