Published On: Ven, Lug 10th, 2020

Il degrado dell’ecosistema potrebbe aumentare il rischio di pandemie

Una nuova ricerca suggerisce che la distruzione ambientale può rendere le pandemie più probabili e meno gestibili.

Lo studio, condotto dall’Università dell’Inghilterra occidentale e dai Greenpeace Research Laboratories dell’Università di Exeter, presenta l’ipotesi che i rischi di malattia siano “in definitiva collegati” con la biodiversità e i processi naturali come il ciclo dell’acqua.

Utilizzando un framework progettato per analizzare e comunicare relazioni complesse tra la società e l’ambiente, lo studio conclude che mantenere intatti e pienamente funzionanti gli ecosistemi e i loro benefici ambientali e sanitari associati è fondamentale per prevenire l’insorgere di nuove pandemie.

La perdita di questi benefici a causa del degrado degli ecosistemi, tra cui la deforestazione, il cambiamento nell’uso del suolo e l’intensificazione dell’agricoltura, aggrava ulteriormente il problema minando l’acqua e altre risorse essenziali per ridurre la trasmissione delle malattie e mitigare l’impatto delle malattie infettive emergenti.

L’autore principale, Mark Everard, dell’Università dell’Ovest dell’Inghilterra (UWE Bristol), ha dichiarato: “Gli ecosistemi frenano naturalmente il trasferimento di malattie dagli animali agli umani, ma questo servizio diminuisce quando gli ecosistemi si degradano”.

Allo stesso tempo, il degrado degli ecosistemi compromette la sicurezza idrica, limitando la disponibilità di acqua adeguata per una buona igiene delle mani, servizi igienico-sanitari e trattamento delle malattie.

Il rischio di malattia non può essere dissociato dalla conservazione degli ecosistemi e dalla sicurezza delle risorse naturali“, ha aggiunto.

David Santillo, dei Greenpeace Research Laboratories di Exeter, ha specificato: “La velocità e le dimensioni con cui sono state intraprese azioni radicali in così tanti paesi per limitare i rischi sanitari e finanziari di COVID-19 dimostrano che anche un cambiamento sistemico radicale sarebbe possibile per far fronte ad altre minacce esistenziali globali, come l’emergenza climatica e il collasso della biodiversità, a condizione che la volontà politica sia lì per farlo. “

I ricercatori affermano che la lezione della pandemia COVID-19 è che le società di tutto il mondo devono “ricostruire meglio“, compresa la protezione e il ripristino degli ecosistemi danneggiati (in linea con gli obiettivi del Decennio ONU 2021-2030 sul ripristino degli ecosistemi) mantenendo i numerosi valori della natura e dei diritti umani in prima linea nell’elaborazione delle politiche ambientali ed economiche.

L’articolo, pubblicato sulla rivista Environmental Science and Policy, è intitolato: “Il ruolo degli ecosistemi nella mitigazione e nella gestione di COVID-19 e di altre zoonosi“.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it