Published On: Mer, Set 22nd, 2021

Storie di fusi orari e della linea del cambiamento di data

Riprendere a viaggiare è un desiderio che abbiamo represso in modo più o meno consapevole in questo anno e mezzo di pandemia. Mi trovo in Australia per lavoro e dunque torno a vivere il problema del jetlag: un po’ di insonnia e stanchezza, ed orari molto diversi rispetto ai miei affetti che contatto dopo aver fatto un calcoletto di cortesia che mi eviti di spaventarli o svegliarli. In Australia la giornata è “più avanti”, in quanto il sole, che come noto sorge ad Est, arriva prima sulla linea dell’orizzonte. Fin qui tutto normale, se non fosse che la separazione tra Est ed Ovest è di fatto una convenzione, e non deriva da nessuna evidenza fisica. La geografia ha stabilito che sia Greenwich, con il suo osservatorio, a costituire il punto in cui passa il Meridiano “zero”. Suddividendo l’ellissoide in 360 gradi di longitudine si sono stabilite le coordinate geografiche dei diversi luoghi sulla Terra, eseguendo il processo di geocoding.

Dunque, perché in Australia il sole sorge prima rispetto all’Italia? Certamente mentre scrivo qui sono in pausa pranzo, mentre in Italia è ancora notte fonda, per cui sono “avanti”, giusto? Non si potrebbe invece dire che in Italia è già notte mentre in Australia è ancora mattina? Dipende da dove si posiziona il punto di riferimento, ovviamente, e stando al Meridiano di Greenwich quando a Londra è mezzogiorno in Italia sono le una pomeridiane, mentre in Australia è già sera (l’ora australiana dipende dal luogo e dall’adozione o meno dell’ora legale, ad esempio a Perth si rimane 7 ore avanti rispetto all’Italia quando in Italia vige l’ora solare e 6 ore avanti con l’ora legale, mentre nell’Australia dell’Ovest, come nei Territori del Nord e nel Queensland l’ora legale non viene adottata).

Semplicisticamente si può dire che quando sul meridiano di Greenwich è mezzogiorno allora è mezzanotte sull’antimeridiano (ovvero il meridiano 180° W). L’antimeridiano di Greenwich va dai territori di Ross dell’Antartide fino allo stretto di Bering lambendo Vanua Levu ed altre piccole isole. Quando alla fine dell’800 si scelse Greenwich come meridiano di riferimento si operò probabilmente una scelta non solo europeo-centrica, ma anche un’opzione di buonsenso. La linea di cambio data, infatti, è stata ricavata sulla base del tracciato dell’antimeridiano, con ampie eccezioni ma senza grossi scossoni per la società mondiale. Immaginate se si fosse scelto di posizionare la linea del cambio di data proprio in corrispondenza del meridiano londinese: a Londra sarebbero state ad esempio le una di pomeriggio della domenica,, a Parigi e Roma già mezzogiorno del lunedì! Questa questione nel mondo globalizzato degli scambi e dei contatti sarebbe stata di difficile applicazione e credo che la scelta fu allora lungimirante, perché impattò su poche persone. Mi spiegherò poi meglio.

La convenzione sui diversi fusi orari segue in maniera non del tutto fedele gli “spicchi” del globo terreste, con un passaggio di un’ora in avanti ogni 15 gradi di longitudine. Per chi ricorda il viaggio di Phil Fogg, facendo il giro del mondo si “guadagna” un giorno se ci si muove verso Est, perché muovendosi nello spazio si va in qualche modo incontro al tempo. Sarebbe troppo lungo considerare eccezioni e convenzioni nei diversi fusi orari, curioso sicuramente quello di Madrid che, più ad Ovest di Londra, ha la stessa ora di Parigi, Roma, Tirana, ed in effetti ha un ritmo di vita molto spostato verso le ore serali (non credo sia un caso). L’adozione dell’ora locale segue criteri di norma nazionali, con gli Stati molto estesi che adottano in ogni caso diversi fusi orari (estremo l’esempio russo con dieci ore di differenza tra Kaliningrad e Petropavlovsk-Kamčatskij).

La linea del cambio dell’ora può “permettersi” di coincidere in buona parte con il centottantesimo meridiano in quanto non si trovano né masse continentali sulla sua strada, e nemmeno grosse isole. Nello stretto di Bering, all’estremo Nord, la questione è risolta con l’appartenenza ad USA o Russia di alcune piccole isole degli arcipelaghi delle Diomede e delle Aleutine, per cui la partita del cambio di data si gioca per lo più in Polinesia. Le isole Samoa sono suddivise politicamente tra Samoa Orientali, che sono un territorio statunitense e Samoa Occidentali, uno stato indipendente. Si pensi al nome dello Stato indipendente: Samoa Occidentali può essere interpretato come isole che, nell’arcipelago Samoa, stanno più a Ovest rispetto alle isole Samoa Orientali, ma sono ad Occidente anche in senso assoluto, in quanto sono un arcipelago con due isole piuttosto grandi (oltre i 1000 km2 ognuna) che si trovano appena oltre il 180 parallelo, alla destra dello stesso. assoluto.

I rapporti commerciali di queste isole con le vicine Figi e con la Nuova Zelanda hanno fatto richiedere, una decina di anni fa, di modificare la linea del cambio di data al fine di trovarsi, pur con una o due ore di differenza, nello stesso giorno rispetto agli stati più vicini. Significativo il fatto che questa operazione sia stata fatta anche da Kiribati e Tonga, in tempi diversi, mentre i territori non sovrani come le Samoa Orientali, ma anche le isole Cook e Niue abbiano mantenuto la convenzione di essere un giorno “indietro” rispetto al resto dell’Oceania. Addirittura le isole Cook, che pressochè baricentriche rispetto all’arcipelago di Kiribati, di fatto estesissimo, sono esattamente un giorno indietro in quanto adottano il fuso UTC-10, mentre per una parte dell’arcipelago di Kiribati è stato introdotto il fuso UTC+14. I due arcipelaghi sono distanti ben 2.500 km e si presume che questa differenza sia decantata proprio grazie all’assenza di rapporti stretti tra lo Stato sovrano e la sovranità non indipendente.

Mappa del Cantino (Wikisource)

La questione dell’antimeridiano nasce come problema già a cavallo tra il 1400 ed il 1500 con il famosissimo trattato di Tordesillas (1494 con successive modifiche), che doveva tracciare le aree di influenza dell’espansionismo coloniale tra Portogallo e Spagna. In quel mondo ancora non totalmente conosciuto e misurato, la circumnavigazione di Magellano si prese la libertà di battezzare le Filippine come territorio “non oltre” l’antimeridiano, ovvero più a ovest dello stesso. Nella carta del Cantino si vede il meridiano stabilito da papa Borgia: si trova all’altezza del meridiano 38° e delimita le aree di influenza su Africa ed America. Potenzialmente la linea tracciata poteva influenzare anche le altre terre non ancora scoperte, per cui le Filippine furono visitate ed in qualche modo “annesse” da Magellano, che qui trovò la morte. La Spagna da quel momento in avanti fino alle soglie del ‘900 ebbe sempre il dominio sull’arcipelago che si trova molto più ad Ovest del meridiano 142°E. I meridiani, pertanto, configurano oggi come ieri delle convenzioni e tracciano i confini di sfere politiche che si affermano con ampie eccezioni, motivate da spinte diverse. Saluti da Adelaide!

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- ingegnere per l’ambiente ed il territorio, laureato a Trento, si è sempre occupato di progettazione idroelettrica, mercato dell’energia, idraulica ed ambiente. Ha numerose esperienze lavorative internazionali (Brasile, Africa centrale, Australia) ed una passione per la geografia e la cultura classica. Questa passione lo ha portato a laurearsi in geografia nel 2020 con una tesi sugli itinerari culturali. Velleità da periegeta e da geografo naïve non lo distolgono dal grande obiettivo di sensibilizzare le persone rispetto al tema dell’energia, della sua produzione, del risparmio ed in un’ultima analisi della strategica importanza che questa commodity riveste. Il progetto GeoMagazine lo ha convinto sin dall’inizio e, oltre che alla produzione di articoli tra scienza e contaminazioni umanistiche, a rivestire il ruolo di editore di questa pagina di comunicazione scientifica ed ambientale, con l’obiettivo di renderla un canale di informazione imparziale ed obiettivo, lontano da semplificazioni, sottintesi e qualunquismo. Un canale che si rivolge ad un pubblico variegato in termini di età e formazione, ma che si pone una regola ferrea: analizzare i problemi, suffragarli, e spiegarli in modo semplice. Lo story telling che si può invece scorgere negli articoli più leggeri vuole essere una posa di positivismo ed un’ispirazione verso mondi inesplorati, fuori e dentro di noi.