Published On: Gio, Apr 16th, 2020

Kepler-1649C, un nuovo esopianeta nella fascia abitabile della sua stella

A 302 anni luce di distanza nella costellazione del Cigno, attorno a una stella di tipo M chiamata Kepler-1649, orbita un pianeta molto simile alla nostra Terra che prende il nome di Kepler-1649C. Condivide il suo sole con un pianeta molto simile a Venere, ed è di grande interesse per gli astronomi non soltanto perché è nella zona abitabile del suo sistema solare e ha le dimensioni della Terra, ma anche perché potrebbe condividere le forze mareali con il suo mondo vicino.
Completa un’orbita ogni 19,5 giorni terrestri, ed è stato scoperto con la tecnica del transito dal telescopio Kepler ormai in disuso. Kepler-1649c è solo 1,06 volte la dimensione del nostro pianeta e riceve il 75% del flusso di energia stellare che il nostro pianeta riceve dal Sole. Questa combinazione di caratteristiche lo rende davvero speciale.

Le reali prospettive di abitabilità, tuttavia, sono tutte da stabilire. Gli astronomi non conoscono nulla della sua atmosfera, della composizione e dei suoi parametri meteorologici. Inoltre, le stelle di tipo M, conosciute anche come nane rosse, emanano forti espulsioni di massa coronale e intensi brillamenti, capaci di produrre continui bombardamenti di radiazioni ionizzanti e degli impatti di nuvole di plasma e particelle energetiche. Ma le nane rosse sono incredibilmente comuni, costituendo circa il 70% della popolazione stellare della Via Lattea. Quindi è facile e abbastanza allettante immaginare che le condizioni favorevoli alla vita come le intendiamo sulla Terra, possano essere presenti su almeno un esopianeta orbitante intorno a quel tipo di stelle. L’enorme banca dati ottenuta dal telescopio Kepler della Nasa, sarà esaminata completamente tra qualche anno.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it