Published On: Dom, Apr 26th, 2020

Nove motivi per cui la Terra è un mondo insostituibile

Capita a tutti, prima o poi, di lamentarsi delle condizioni meteorologiche che condizionano le nostre giornate. O dell’ora in meno di sonno in seguito all’inserimento dell’ora legale. 
Dalla pioggia che ostacola i picnic alle giornate umide che rendono i capelli crespi; per non parlare delle avvezioni calde che rendono irrespirabili le nostre estati o del gelo e della neve che creano tanti disagi alla circolazione stradale. Nell’universo esiste di meglio o dobbiamo ritenerci fortunati? Ecco nove buoni motivi per amare il nostro pianeta.

UN RESPIRO PROFONDO 

Rappresentazione artistica della colonizzazione di Marte

A dispetto di altri pianeti l’atmosfera che ci circonda consente di respirare negli ambienti esterni. Se vivessimo su Marte, ad esempio, le particelle di ruggine richiederebbero importanti adeguamenti. Saremmo costretti a vivere in scafandri in grado di fornirci un supporto vitale, inaleremmo anidride carbonica invece di azoto e ossigeno. La sottile atmosfera marziana (100 volte più sottile di quella terrestre) e la mancanza di un campo magnetico globale, ci renderebbero vulnerabili alle radiazioni dannose che danneggiano le cellule e il DNA; inoltre, la bassa gravità (38% della Terra) indebolirebbe le nostre ossa. Oltre alle difficoltà che i nostri corpi dovrebbero sopportare, sarebbe semplicemente meno divertente viverci. Su Marte c’è molta sabbia, ma non esistono laghi e oceani, e la temperatura media è di circa -63°C

UN SUOLO DOVE POTER CAMMINARE 

La Terra ci regala campi erbosi e luoghi selvaggi, ma soprattutto ci consente di avere un suolo dove poter camminare. Se ad esempio vivessimo sul Sole o su un qualsiasi pianeta gassoso, sprofonderemmo nella stessa atmosfera. La nostra stella è una gigantesca palla di plasma o gas surriscaldato. La sua superficie più esterna, la fotosfera, mostra valori di oltre 5500°C (fino a 10 volte la temperatura della lava), e l’assenza di uno strato roccioso ci consentirebbe di sprofondare per circa 330.000 chilometri fino a trovare uno strato di plasma compresso e denso come l’acqua; ma non galleggeremmo, perché saremmo schiacciati dalla pressione superiore di 4,5 milioni di volte rispetto alla Fossa delle Marianne, il punto più profondo dei nostri oceani.

Inoltre, essendo la gravità del Sole 28 volte più forte di quella terrestre, un adulto di 77 Kg ne peserebbe 2245 Kg. Sarebbe come indossare un SUV sulla schiena. Se anche ci imbattessimo in una macchia solare, che è una regione più fredda della superficie della nostra stella formata da intensi campi magnetici, troveremmo valori termici più bassi di circa 1600°C. Ancora troppi per poter pensare di sopravvivere.

LE STAGIONI 

Sin dalla notte dei tempi l’uomo ha seguito l’evolversi delle stagioni. Alcuni popoli antichi usavano festeggiare o erigere megaliti nelle stagioni di transizione. Il passaggio dall’inverno alla primavera ha da sempre rappresentato una sorta di rinascita, specie della natura. Al contrario, il passaggio verso la buia stagione invernale creava miti opposti. Tali variazioni sono determinate dall’inclinazione di 23,5° del nostro pianeta lungo il suo asse.

Venere, ad esempio, non ha stagioni, anche se gli indizi portano a supporre che un tempo fossero presenti. La sua atmosfera è 55 volte più densa di quella della Terra, comportando una temperatura al suolo di circa 465°C tutto l’anno.

Sarebbe come vivere nel nostro forno. Tale opprimente atmosfera non permette la visione del cielo, rendendo la superficie una sorta di penombra con continui rombi di tuono e visibilità precaria.

A dire il vero un vantaggio rispetto alla Terra c’è: l’anno venusiano, composto da 225 giorni terrestri, è più corto del suo giorno (243 giorni terrestri). Questo perché la rivoluzione attorno al Sole è più veloce rispetto alla sua rotazione. Ciò significa che potresti festeggiare il tuo compleanno ogni giorno.

LA GIUSTA GRAVITA’ 

Secondo la scienza i buchi neri sono oggetti così densi che nemmeno la luce riesce a fuoriuscire. La superficie di un buco nero è un’area chiamata “orizzonte degli eventi“, limite oltre il quale nessun evento può influenzare un osservatore esterno. Anche se avessimo un’astronave in grado di viaggiare verso un buco nero relativamente vicino, la sua intensa gravità allungherebbe e comprimerebbe la navicella spaziale e tutto l’equipaggio. Il tempo, inoltre, secondo la teoria della relatività generale, scorre più lentamente. Un ipotetico osservatore vedrebbe la navicella spaziale rallentare, ma non vedrebbe mai il suo arrivo. La Terra presenta la giusta gravità per camminare liberamente, senza sollevarci dal suolo o strisciare per terra.

IL VENTO 

Nostro amico quando spira a regime di brezza nelle calde giornate estive o terribile nemico nelle tempeste più forti, il vento non è una caratteristica legata soltanto al nostro pianeta. Come vedremo, tuttavia, escludendo gli eventi più violenti come i tornado o gli uragani più intensi, sulla stragrande maggioranza del nostro pianeta e per un periodo sufficiente, è possibile evitare che questo ci uccida. Su Saturno, ad esempio, la corrente equatoriale soffia alla terribile velocità di 1000 Km/h. Le correnti sono molto ampie e, curiosamente, non sembrano avere alcun rapporto con i confini tra zone e fasce che sono più indefiniti. Un po’ meno violenti, ma pur sempre devastanti, risultano i venti su Urano, altro gigante gassoso del nostro Sistema Solare. E’ stato appurato che i venti sul grande pianeta possono raggiungere gli 800 Km/h.

Nettuno – Credit: Nasa

I venti su Nettuno sembrano variare da circa 72 Km/h sino agli 846 Km/h, con punte di 2414 Km/h. Sulla cima delle nubi, i venti predominanti variano in velocità dai 1440 Km/h lungo l’equatore ai 900 Km/h sui poli. Su Giove, invece, oltre a riscontrare venti violentissimi, avremmo bisogno di portare ossigeno, poiché l’atmosfera è composta principalmente da idrogeno ed elio, con nubi per lo più di ammoniaca. Scendere tra le nuvole di Giove è per i cercatori di brividi più estremi. Inoltre, data la forte gravità del pianeta e la rotazione super-veloce sul suo asse rispetto alla Terra (10 ore contro 24 ore), un paracadutista precipiterebbe 2,5 volte più velocemente di quanto non farebbe sulla Terra, mentre verrebbe colpito da venti tra 430 e 680 chilometri all’ora. Tutto questo mentre rischierebbe di essere colpito da fulmini fino a 1000 volte più potenti di quelli terrestri.

LE MAREE 

Il satellite Io

Sulla Terra le maree sono dovute alle forze mareali derivate dalla Luna e in minor parte dal Sole. In alcune aree del mondo è necessario prestare attenzione a non essere travolti dall’onda di piena. Anche in questo caso, tuttavia, dobbiamo ritenerci fortunati. Su Io, uno dei satelliti di Giove scoperti da Galileo, le intense forze gravitazionali create dal gigante gassoso, da Europa e Ganimede, fanno si che la superficie rocciosa si gonfi regolarmente sino a 100 metri. Ciò comporta un’intensa attività vulcanica con fontane di lava alte decine di chilometri, a cui si aggiunge una sottile atmosfera di anidride solforosa e intense radiazioni provenienti da Giove. Non è il posto ideale per trascorrere una vacanza.

L’ACQUA 

C’è solo un luogo nel nostro Sistema Solare molto simile alla Terra: è Titano, il più importante satellite di Saturno e la seconda luna più grande dopo Ganimede (Giove). E’ il mondo che più si avvicina al nostro. La sua atmosfera densa ci ricorderebbe casa, anche se la pressione dell’aria è leggermente superiore a quella terrestre.

L’atmosfera difenderebbe gli umani dalle radiazioni nocive e come la Terra, Titano ha anche nuvole, pioggia, laghi e fiumi e persino un oceano sotterraneo di acqua salata. Anche il terreno e il paesaggio circostante sembrano stranamente simili ad alcune parti della Terra, ma non è tutto oro quel che luccica!

Titano non presenta ossigeno nella sua atmosfera e i fiumi e i laghi descritti sono composti di metano liquido. I nostri corpi sono più densi, quindi affonderebbero come massi. Sul satellite, inoltre, la grande distanza che lo separa dalla nostra stella non consente di osservare un disco solare ampio, e la sua atmosfera nebulosa tende inoltre ad oscurare la luce, facendo apparire il giorno come il nostro crepuscolo.

OCEANI E SPIAGGE AL SOLE 

Tra i corpi celesti più adatti ad ospitare la vita oltre alla Terra non si può non menzionare Europa. Esso può ospitare più acqua liquida rispetto a tutti gli oceani della Terra. L’oceano di Europa è globale, ma non ha spiaggia. Nessuna spiaggia. Solo oceano, tutto intorno.

Giove visto dal satellite Europa. Immagine esemplificativa

La luce del sole non brilla sull’acqua e non ci sono onde perché è nascosto sotto miglia – forse decine di miglia – di ghiaccio che racchiude l’intera luna. Inoltre, se anche ci trovassimo sulla superficie, non vedremmo che Giove, il gigante del Sistema Solare; e a tutto questo si aggiungerebbe una temperatura ambientale compresa tra -134°C e -223°C. Nemmeno una tuta spaziale potrebbe proteggerci da quelle fastidiose particelle atomiche catturate dal campo magnetico di Giove, le quali “frustano” Europa con una tale energia da poter distruggere le molecole e ionizzare gli atomi. Le radiazioni ionizzanti di Europa danneggerebbero o distruggerebbero le cellule del corpo umano, causando malattie da radiazioni.

NESSUNO COME LA TERRA 

Concludiamo questo viaggio alla ricerca di esopianeti vivibili che possano farci dimenticare quanto la Terra sia ospitale. Ne sono stati scoperti migliaia e nonostante la somiglianza di molti di essi al nostro pianeta, nessuno sembra soddisfare i requisiti che esso ci regala. Alcuni, nonostante si trovino nella fascia abitabile delle proprie stelle, presentano valori di temperatura troppo elevati, escursioni termiche accentuate o sono soggetti ad espulsioni di massa coronale senza beneficiare di un campo magnetico.

Kepler-7b, ad esempio, ha una densità del 17% rispetto a quella dell’acqua, paragonabile ad esempio a quella del polistirene. Ciò significa che potrebbe effettivamente galleggiare in una vasca da bagno. Come altri esopianeti chiamati “gioviani caldi“, questo è molto vicino alla sua stella e percorre una completa rivoluzione in soli 5 giorni terrestri (la Terra impiega 365 giorni). Un lato è sempre rivolto verso la sua stella, proprio come un lato della Luna è sempre rivolto verso la Terra. Ciò significa che in un emisfero fa sempre caldo e non esiste la notte, viceversa nell’altro si è sempre al buio. Ma le sorprese non finiscono qui: Kepler-7b presenta una coltre di nubi basse e immobili composte di roccia e ferro evaporati che concorrono a misurare una temperatura al suolo di 1356°C.

ABBIAMO IL MEGLIO, PRENDIAMOCENE CURA

Ora dovremmo essere consapevoli che abbiamo il meglio di quanto l’universo conosciuto ci consenta. E’ nostro compito costruire una società fondata sul rispetto della natura in tutta la sua diversità e garantire l’integrità dei sistemi ecologici terrestri, con speciale riguardo alla diversità biologica ed ai processi naturali. La Terra è la nostra unica casa e tutti noi abbiamo il dovere di lottare per tutelare il delicato equilibrio che consente la vita. Sperando di affrontare le avversità meteorologiche con un sorriso in più.

Risorse e riferimenti: 

  • Staci Tiedeken, coordinatore della scienza planetaria, Goddard Space Flight Center della NASA
  • Miles Hatfield, scrittore scientifico, Goddard Space Flight Center della NASA
  • Lonnie Shekhtman, scrittrice scientifica, Goddard Space Flight Center della NASA
  • Elizabeth Landau, scrittrice, quartier generale della NASA
  • Staci Tiedeken, coordinatore della scienza planetaria, Goddard Space Flight Center della NASA
  • Bill Dunford, scrittore e produttore web, Jet Propulsion Laboratory della NASA
  • Lonnie Shekhtman, scrittrice scientifica, Goddard Space Flight Center della NASA
  • Jay R. Thompson, scrittore, Jet Propulsion Laboratory della NASA
  • Kristen Walbolt, produttore / stratega dei media digitali e social, il Jet Propulsion Laboratory della NASA
  • Alexander Antropov, WikiImages, Gerd Altmann, denizecenci, Valiphotos  My pictures are CC0, Fabuloussavers, Elias Sch, James Weheler tutti da Pixabay

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it