Published On: Mer, Ago 5th, 2020

Il vulcano islandese Grímsvötn “prepara” la prossima eruzione

La calotta di ghiaccio islandese Vatnajökull, la più grande d’Europa per volume, copre molti vulcani attivi, tra cui il Grímsvötn. Nove anni dopo la sua ultima eruzione nel 2011 che causò la chiusura dello spazio aereo, il vulcano sembra in procinto di un’altra eruzione. E’ quanto sostiene l’ufficio meteorologico islandese (IMO), secondo cui il vulcano erutta solitamente ogni 5-10 anni.

La lava scioglie il ghiaccio e si trasforma in vapore, con un’enorme quantità di energia rilasciata in pochi secondi“, ha spiegato a GlacierHub Ronni Grapenthin, geofisico dell’Università dell’Alaska. Un fenomeno che crea eruzioni esteticamente mozzafiato.

Naturalmente ogni vulcano è diverso dall’altro e come ben sappiamo, effettuare previsioni deterministiche non è possibile. Gli scienziati sanno che un nuovo evento a breve si farà vivo, ma non possono conoscere la data. “Tuttavia, le condizioni attuali hanno una serie di similitudini con le condizioni pre-eruttive del 2004 e del 2011“, ha spiegato a GlacierHub Benedikt Ofeigsson, un geoscienziato dell’IMO.

Un team di ricercatori che spazia dall’Alaska all’Islanda fino alla Nuova Zelanda, sta monitorando attentamente il Grímsvötn. Un GPS ad alta precisione sul terreno sta misurando la deformazione vulcanica – il movimento del terreno – in tempo reale. Mentre il magma scorre nel vulcano dal basso, il terreno si espande verso l’esterno dalla camera magmatica, come un pallone. Secondo Ofeigsson, il Grímsvötn è “praticamente gonfio allo stesso modo dell’eruzione avvenuta nel 2011, quindi mostra tutti i segni che un’altra avverrà entro il prossimo mese o anno“.

Un’ulteriore informazione proviene dalle misurazioni del gas. Attualmente si misurano concentrazioni molto elevate di SO2, CO2 e H2, che Ofeiggson ha notato come insolite per l’Islanda. Queste misurazioni indicano che un’eruzione è vicina, perché il magma è appena sotto la superficie.

Poiché il Grímsvötn è completamente coperto da un ghiacciaio, ha anche un lago sub-glaciale, un lago che giace interamente sotto il ghiaccio. Il calore del vulcano scioglie il ghiaccio immediatamente sopra di esso e, di conseguenza, si forma un lago sotto la caldera o il cratere. Periodicamente, il volume d’acqua supera la capacità della caldera, quindi si verifica un alluvione glaciale o un jökulhlaup, capace di allagare centinaia di chilometri quadrati. Secondo Ofeigsson “il lago è piuttosto pieno, quindi ci aspettiamo che straripi dal Grímsvötn entro questa estate“.

Nonostante il vulcano abbia alle sue spalle una storia di devastanti eruzioni, la prossima, secondo gli scienziati, non sarà troppo “cattiva”. I grandi eventi da questo vulcano avvengono ogni 150-200 anni, e poiché l’ultima si è verificata nel 2011, la prossima è attesa tra molto tempo. A meno che non si tenga conto di quella del 1783, quando si verificò una delle più grandi eruzioni effusive degli ultimi millenni, ponendo ad un livello decisamente inferiore quella di 9 anni fa. Quell’evento coinvolse contemporaneamente sia il Grímsvötn che il Laki: circa 15 chilometri cubi di lava basaltica furono eruttati da una fessura di 27 km di lunghezza per un periodo di 7 mesi.

Nonostante gli scienziati pensino che il Grímsvötn esploderà presto, il monitoraggio dei dati è limitato perché il vulcano è coperto di ghiaccio. “A differenza di altri vulcani, non possiamo davvero vedere quanto vorremmo“, ha detto Grapenthin. Gli strumenti GPS devono essere posizionati sul substrato roccioso perché il ghiaccio “scorre molto più velocemente di quanto il vulcano si deformi” e nei pressi di Grímsvötn esiste solo un sito con substrato roccioso solido.

Tuttavia, l’aggiunta di misurazioni del gas, il monitoraggio in tempo reale del lago di Grímsvötn e le misure di deformazione, potrebbero aprire la strada agli scienziati per prevedere con precisione le future eruzioni vulcaniche.

Indipendentemente da come possa essere domata la prossima eruzione del vulcano, sarà sicuramente uno spettacolo drammatico.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it