Published On: Mar, Set 8th, 2020

Dove si accumula lo squilibrio energetico della Terra?

Il Global Climate Observing System, co-sponsorizzato dall’Organizzazione meteorologica mondiale, dalla Commissione oceanografica intergovernativa-UNESCO, dal Consiglio internazionale della scienza e dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, ha rilasciato la prima valutazione completa in merito al calore in eccesso della Terra.

Il team, composto da oltre 30 ricercatori di istituzioni scientifiche di tutto il mondo, ha monitorato e quantificato l’accumulo di calore globale dal 1960 al 2018 per comprendere dove si accumula lo squilibrio energetico della Terra (ossia la differenza tra la quantità di energia dal sole che arriva sulla Terra e la quantità che ritorna nello spazio). I dati hanno mostrato un trend in continua crescita, con valori raddoppiati nell’ultimo decennio rispetto alla media 1971-2018.

Solo l’1% circa di questo calore risiede nell’atmosfera. La stragrande maggioranza (89%) viene assorbito dall’oceano e il 4% provoca la fusione del ghiaccio terrestre e del ghiaccio marino. Il restante 6% appartiene al suolo.
Gli impatti diretti di questo riscaldamento, guidato dall’anidride carbonica antropica che intrappola calore nell’atmosfera, includono l’innalzamento del livello del mare, la perdita di ghiaccio e il riscaldamento degli oceani, della terra e dell’atmosfera. I risultati mostrano anche che l’EEI non solo continua, ma aumenta: 0,87 + 0,12 W / m2 nel periodo 2010-2018.

La stabilizzazione del cambiamento climatico richiede che l’EEI venga ridotto approssimativamente a zero per riguadagnare uno stato di quasi equilibrio nel sistema Terra. Questo studio calcola che la quantità di CO2 nell’atmosfera deve essere ridotta dall’attuale concentrazione di quasi 415 ppm (parti per milione) a circa 350 ppm per riportare la Terra verso il bilancio energetico.

La valutazione è stata pubblicata sulla rivista Earth System Science Data.

Bibliografia: public.wmo.int

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it