Published On: Mar, Ott 20th, 2020

La sonda Osirix-Rex pronta a prelevare campioni di roccia sull’asteroide Bennu

Dopo un viaggio di quattro anni, la navicella robotica Osiris-Rex della NASA sta per scendere sulla superficie disseminata di massi dell’asteroide Bennu, al fine di raccogliere campioni di roccia e polvere in un’operazione di precisione a 330 milioni di chilometri dalla Terra.

L’agenzia spaziale spera di raccogliere un campione molto più grande di quello ottenuto dalla sonda giapponese Hayabusa2 lo scorso anno – almeno 60 grammi – sperando che riveli gli ingredienti originali del sistema solare.

Il veicolo spaziale, delle dimensioni di un grande furgone, è in questo momento a circa un chilometro sopra la roccia spaziale, che ha un diametro di 490 metri. La missione, che sarà completamente automatizzata, ha quindi cominciato il suo countdown.

Non siamo in grado di manipolare la navicella in tempo reale“, ha affermato Kenneth Getzandanner, responsabile delle dinamiche di volo per la missione. A questa distanza, ci vorranno circa 18,5 minuti affinché i segnali viaggino tra di loro.

Il primo segnale di conferma per l’operazione arriverà sulla Terra alle 00:12 di mercoledì.

Le prime immagini ci arriveranno nella stessa giornata, ma bisognerà aspettare fino a sabato per scoprire se Osiris-Rex è riuscita a raccogliere la quantità di polvere desiderata. “Non è facile navigare su un piccolo corpo“, ha detto Heather Enos, vice investigatore principale del progetto, che ha trascorso 12 anni in missione preparandosi per questo momento.

Il tutto si ridurrà a 16 secondi critici di contatto, durante i quali un braccio si allungherà e farà saltare la superficie con azoto compresso, quindi raccoglierà campioni che misurano due centimetri di diametro o meno. In quella che sarà l’ultima delle tre fasi previste.

Non possiamo effettivamente atterrare sulla superficie di Bennu, quindi la baceremo soltanto“, ha aggiunto Beth Buck .

I campioni torneranno sulla Terra il 24 settembre 2023, con un atterraggio programmato nel deserto dello Utah. I laboratori terrestri saranno in grado di eseguire analisi molto più potenti delle loro caratteristiche fisiche e chimiche, ha affermato Lori Glaze, direttore della divisione di scienze planetarie della NASA. Non tutti i campioni verranno analizzati immediatamente, come quelli riportati dalla Luna dagli astronauti dell’Apollo, che la NASA sta ancora aprendo 50 anni dopo.

I campioni “permetteranno anche ai nostri futuri scienziati planetari di porsi domande a cui non possiamo nemmeno pensare di rispondere con le attuali tecniche di analisi”, ha detto Glaze.

La NASA ha scelto questo particolare asteroide perché è convenientemente vicino e anche antico: gli scienziati hanno calcolato che si è formato nei primi 10 milioni di anni della storia del nostro sistema solare , 4,5 miliardi di anni fa.

Dopo che Osiris-Rex ha raggiunto la roccia alla fine del 2018, gli scienziati sono stati sorpresi di ricevere fotografie che mostravano una superficie ricoperta di ciottoli e massi a volte alti 30 metri.

Da allora hanno mappato l’asteroide con una risoluzione al centimetro e hanno scelto il sito di atterraggio meno rischioso: si chiama Nightingale Crater, largo 25 metri, con una zona bersaglio di soli otto metri di diametro.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it