Published On: Dom, Feb 21st, 2021

SARS-CoV-2 e temperatura: il virus ha una componente stagionale?

La correlazione tra SARS-CoV-2 e le stagioni è stata ampiamente dibattuta durante gli scorsi mesi.
L’umanità si è mostrata impreparata dinanzi al nuovo virus, ma ha subito cercato di comprendere le migliori strategie per ridurne la diffusione.

Molteplici studi con risultati diversi si sono susseguiti e tantissimi altri ne arriveranno; ma ad oggi sappiamo che la famiglia dei coronavirus è caratterizzata da una maggiore trasmissione nei mesi più freddi e secchi e da una ridotta trasmissione nei mesi più caldi e umidi.

LO STUDIO

Con questa comprensione i ricercatori del Christina Lee Brown Envirome Institute dell’Università di Louisville, della Johns Hopkins University School of Medicine e del Joint Artificial Intelligence Center, hanno teorizzato che anche la temperatura ambientale influenzerebbe la trasmissione.

Gli scienziati hanno confrontato i dati giornalieri di temperatura e nuovi casi accertati in 50 paesi dell’emisfero settentrionale tra il 22 gennaio e il 6 aprile 2020. La ricerca, pubblicata questa settimana su PLOS ONE, ha mostrato che con l’aumento delle temperature, il tasso di i nuovi casi di COVID-19 sono diminuiti.

L’analisi dei dati ha mostrato che tra -1°C e 38°C, un aumento di 0.5°C era associato a una diminuzione dell’1% del tasso di aumento nei casi di COVID-19; mentre una diminuzione della temperatura di 0.5°C era associata con un aumento di tale tasso del 3,7%. Analizzando i dati dall’inizio della pandemia, i risultati sono stati ottenuti senza un’influenza significativa da blocchi o altri sforzi sociali per contenere il virus.

Sebbene si parli di una malattia infettiva che ha una trasmissione a prescindere, la ricerca indica che potrebbe avere una componente stagionale.

Naturalmente, l’effetto della temperatura sulla velocità di trasmissione è alterato da interventi sociali come il distanziamento, così come tutte le misure preventive. Una combinazione di questi fattori determina in ultima analisi la diffusione del COVID-19.

I ricercatori hanno concluso che i mesi estivi sono associati a una trasmissione rallentata, come in altri virus respiratori stagionali. Questo effetto stagionale potrebbe essere utile nella pianificazione locale degli interventi sociali e nella tempistica della recrudescenza del virus.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it