Published On: Dom, Mar 28th, 2021

Covid-19, la fortuna è un fattore essenziale per le varianti

Affinché una variante genetica di SARS-CoV-2 diventi una nuova minaccia, non è sufficiente che essa sia molto trasmissibile. Ha anche bisogno di una buona dose di fortuna.

E’ quanto afferma un nuovo esercizio di modellazione condotto dai ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, secondo cui servono un miscuglio di situazioni ad essa favorevoli. Tra queste, in particolare, l’ingresso a un evento di super diffusori.

COME UNA VARIANTE DIVIENE PREDOMINANTE 

Nel breve periodo durante il quale il vettore è vicino al picco di carica virale, la nuova variante ha bisogno di fare un giro in luoghi abbastanza affollati, come una manifestazione politica, un bar poco ventilato o un’arena al coperto dove le persone si mescolano e non indossano mascherine di protezione.

Il coronavirus

Una volta lì, deve infettare almeno una manciata di persone. Cinque sarebbero sufficienti perché continui a vivere. Infettarne 20 o più, le darà una reale possibilità di diventare predominante nella sua nuova comunità.

Il tempo è essenziale, suggerisce la nuova ricerca: anche per una nuova variante armata di superpoteri di trasmissione, il primo evento super diffusore deve avvenire entro un mese dal suo arrivo affinché abbia una possibilità di affermarsi.

Tuttavia, si tratta di una serie di circostanze che pone ostacoli elevati, e questo dovrebbe offrirci un po’ di speranza.

ALMENO 5 CE L’HANNO FATTA

Ma poi c’è la realtà: almeno cinque nuove “varianti” hanno apparentemente superato queste proibitive probabilità nell’arco di circa sei mesi. Ciò suggerisce qualcosa di piuttosto inquietante: probabilmente ci sono molte altre varianti simili, ognuna alla ricerca della sua occasione fortunata. Sebbene poche varianti ci riescano, ne bastano una o due con la giusta costellazione di mutazioni per prolungare o intensificare la pandemia, o per minare i vaccini e le medicine che potrebbero porre fine alla loro esistenza.

Il modello del team è stato pubblicato questa settimana su MedRxiv, un sito in cui i ricercatori condividono i risultati della ricerca e chiedono feedback ai propri colleghi. In quanto tali, i risultati sono considerati preliminari.

COMPRENDERE LE MUTAZIONI

È noto che il coronavirus che causa COVID-19 muta costantemente, ma quasi sempre in modi che non ne modificano in modo significativo il comportamento. Quindi sarebbe bello sapere come nascono queste varianti e se ce ne sono molte altre simili. E se ci sono, sarebbe utile sapere come possono essere imbottigliate rapidamente.

Studi di modellazione “fenomenologici” come questo raccolgono i modelli di diffusione selvaggiamente irregolari sepolti nei dati pandemici, li combinano con casi ben documentati di eventi di super-diffusione e inseriscono un nuovo attore che interpreta secondo regole leggermente diverse. Quindi riproducono ciò che accade dopo più e più volte in modelli che fungono da provette digitali.

La mascherina, elemento essenziale nella prevenzione

Una cosa di cui i ricercatori sono sempre più sicuri è che nei pazienti con un sistema immunitario compromesso, il coronavirus ha maggiori probabilità di assumere non solo una, ma un passaggio di mutazioni. Questi cambiamenti genetici potrebbero rendere ancora più difficile combattere il virus con medicinali, maschere e vaccini.

Un modello come questo fornisce informazioni su come si comporta un virus in una serie di circostanze, insieme a stime probabilistiche che possono acuire le intuizioni dei funzionari della sanità pubblica.

Dopo aver esaminato migliaia di scenari, il team ha concluso che varianti con capacità potenzialmente spaventose di diffondersi si verificano frequentemente nel corso di una pandemia di queste dimensioni. Dopotutto, ci sono dozzine di rami sull’albero genealogico SARS-CoV-2, e ognuno di loro potrebbe essere stato una possibilità di danno genetico. Dato il tasso di attrito punitivo delle nuove varianti, devono nascere quelle sfortunate ogni giorno in tutto il mondo affinché siano emersi così tanti rami.

Nel frattempo, la ricerca offre alcuni consigli utili sia per gli esperti che per il pubblico in generale.

Il modo più efficace per ridurre il numero di nuove varianti è prevenire in primo luogo “grandi ondate di infezione“, scrivono gli autori dello studio. Non solo un’impennata dei contagi è un ambiente ideale per la generazione di nuove varianti, ma offre anche molte opportunità per un evento di grande diffusione.

E questo significa che tutti noi abbiamo un ruolo da svolgere indossando mascherine, praticando il distanziamento sociale, evitando grandi raduni e prendendo altre precauzioni che possono privare una nuova variante della fortuna di cui ha bisogno.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it