Published On: Mer, Apr 29th, 2020

Lavare i propri indumenti al tempo di Covid-19: i consigli dell’esperto

In tempi come questi, dove la riapertura sembra vicina ma non ancora imminente, ci sarà capitato di chiederci: ”come posso lavare i capi che indosso e che indosserò sui mezzi pubblici, a fare la spesa o al lavoro? Quanto dura attivo il virus a contatto con gli indumenti?

Gli esperti sono al lavoro da settimane per rispondere alle nostre domande e per darci informazioni riguardo la sopravvivenza del virus sulle varie superfici. Questa premessa ci permetterà di comprendere quanto in realtà “l’attività del virus” sia fortemente suscettibile a contatto con l’aria ed in base alle caratteristiche delle superfici.
Secondo uno studio pubblicato su The new England journal of medicine, rinomata rivista scientifica, il COVID-19 può sopravvivere da un minimo di poche ore sul rame ad un massimo di 72 ore sulla plastica. E’ importante sottolineare però che, in ogni caso, col passare del tempo il virus perde la sua aggressività se esposto all’aria.
Sembra evidente che il COVID-19 sopravvive più a lungo su superfici lisce e dure, al contrario, le superfici morbide e porose come ad esempio gli indumenti, limitano la probabilità di diffondere il virus per due motivi:

  •  Il virus resta intrappolato nelle fibre rendendo meno probabile il suo trasferimento su altre superfici
  •  Virus come il COVID-19 sono meno infettivi (potenzialmente non infettivi) se asciugati e i tessuti hanno maggiori probabilità di assorbire

Non ci sono, ad oggi, molti studi scientifici che trattano della sopravvivenza del virus a contatto con gli indumenti, l’unico dato che possiamo prendere in considerazione è il dato che ci arriva dalla sopravvivenza del virus sul cartone. Infatti, studi scientifici affermano che sul cartone, il virus è inattivo dopo 24h. Questo si pensa sia dovuto alla sua alta capacità assorbente, caratteristica molto simile ai tessuti.

Ciò significa che nel momento in cui un individuo infetto tossisce, starnutisce o semplicemente parla, le goccioline di saliva che normalmente emetterà conterranno il virus. Se queste goccioline si vanno a depositare su indumenti o lenzuola, verranno assorbite dai tessuti. Nel momento in cui la goccia di saliva contenente il virus si secca all’aria, il virus col passare delle ore perderà la sua capacità di infettare le persone (titolo virale).
Inoltre, bisogna sottolineare che le alte temperature vanno ad inattivare completamente il virus e questo ci può essere di grande aiuto per lavare i nostri capi. Ultima, ma non per importanza, la candeggina che anche in questo caso, risulta uno dei migliori disinfettanti da usare per proteggerci da virus e batteri in generale.
Fatte tutte queste premesse siamo pronti a lavare i nostri capi in sicurezza.
Se i capi che vogliamo lavare sono stati a contatto con persone contagiate.

  •  prima regola, indossare sempre guanti e mascherine se toccate indumenti che sono stati a contatto col virus
  •  utilizzate il detergente che usate di solito, il sapone, qualunque esso sia, va a distruggere il virus.
  •  in base agli indumenti che dovrete lavare scegliete la temperatura, la piu’ alta possibile, compatibilmente con i tessuti da lavare ove possibile, quindi su indumenti bianchi e lenzuola bianche, consigliamo anche l’uso di candeggina durante il lavaggio.

Alla fine del lavaggio effettuato in questo modo potrete considerare i vostri indumenti completamente igienizzati. La fase di asciugatura concludera’ il processo sia che essa venga fatta all’aria aperta sia con l’asciugatrice.
Fatta la premessa iniziale della sopravvivenza dei virus a contatto con diverse superfici, ricordiamoci che alcuni indumenti contengono bottini di metallo, cerniere ecc. Ricordatevi quindi che su queste componenti degli indumenti il virus può sopravvivere di più. Lasciate in un ambiente asciutto o all’aria aperta i capi con parti metalliche per almeno 48h se questi indumenti sono stati a diretto contatto col virus, in modo tale da neutralizzare la carica virale prima del lavaggio stesso che in ogni caso garantirà la completa igienizzazione.
Inoltre, sottolineiamo che materiali come il cotone (molto assorbenti) possono mantenere attivo il virus per minor tempo rispetto a materiali come il poliestere e la viscosa, con caratteristiche meno assorbenti.

Se vogliamo lavare indumenti che non sono venuti a contatto col virus.
Se invece intendiamo lavare i nostri indumenti che non sono venuti a diretto contatto col virus, non cambia nulla rispetto alle normali procedure che utilizzate per lavare i vostri capi. Suggeriamo di non rimettere nell’armadio indumenti già indossati ma di lasciarli prendere aria e di riporli nell’armadio solo dopo averli lavati.
Per chi non avesse la possibilità di lavare a casa i propri indumenti potrà affidarsi alle lavanderie che seguiranno queste buone pratiche di igienizzazione, usando detergenti e disinfettanti e lavando i vostri capi alle temperature opportune sia per la salvaguardia dei capi che per promuovere la loro igienizzazione.
Nel caso del lavaggio a secco, l’utilizzo di percloroetilene garantirà l’igienizzazione dei capi, inoltre il processo di asciugatura ad alte temperature (70°C per diversi minuti) contribuirà alla totale igienizzazione dei capi.
Se vi capiterà di utilizzare lavanderie a gettoni, utilizzate anche in questo caso detergenti ed alte temperature. Prestate attenzione ad utilizzare i dispositivi di protezione individuali quando andrete a toccare le componenti delle macchine che possono essere state toccate da altri.

Valentina Cutano, PhD, Researcher at Institute of Organic Chemistry and Biochemistry – Prague, per Geomagazine.it

BIBLIOGRAFIA
Aerosol and Surface Stability of SARS-CoV-2 as Compared with SARS-CoV-1. The new England journal of medicine 2020
https://www.houstonmethodist.org/blog/articles/2020/apr/how-long-can-coronavirus-survive-on-clothes/
https://www.huffpost.com/entry/how-long-coronavirus-live-clothingwashing_l_5e724927c5b6eab779409e74?guccounter=1&guce_referrer=aHR0cHM6Ly93d3cuZ29vZ2xlLmNvbS8&guce_referrer_sig=AQAAABvmJl5guTkk-kRahOdkJKCP93pb8xf1McnVgcoEDwLEfwZL3gtDb3s98j7K9r22QV_PHn-CbyVW0RMQ1_4rHIPRuZ7F2SdB-y4bkfYS46GHEOKmBFsu5CQ3QtvSALmnw32ZbtBMXn0zrZSXelBGd4sl6Ny6d8MonVnxXYylvG6p

Fonti iconografiche: Ich bin dann mal raus hier. da Pixabay, Steve Buissinne da Pixabay, Mylene2401 da Pixabay

About the Author

- Ricercatrice biomedica presso un centro di ricerca di Cambridge (UK) si occupa di ricerca in campo oncologico. Laureata in Biotecnologie all’Università di Torino e dottorato di ricerca all’Università di Udine, si occupa anche di divulgazione scientifica e social media.