Published On: Mer, Giu 3rd, 2020

Prime misurazioni delle bolle di Fermi nello spettro visibile

Gli astronomi hanno misurato per la prima volta le bolle di Fermi nello spettro della luce visibile. Le bolle di Fermi sono due enormi deflussi di gas ad alta energia che potrebbero rappresentare ciò che rimane di un’eruzione di alcuni milioni di anni fa avvenuta nel centro della Via Lattea.

Scoperte nel 2010 dal telescopio a raggi gamma “Fermi“, queste enormi strutture si estendono per 25.000 anni luce sia sopra che sotto il centro della nostra galassia, e si allontanano a milioni di chilometri all’ora. La scienza è in grado di fornire l’età dell’evento, ma non è ancora in grado di comprendere ciò che le abbia generate.

Ora, il team ha misurato l’emissione di luce dall’idrogeno e dall’azoto nello stesso punto in cui erano state effettuate misurazioni dell’assorbimento ultravioletto con il telescopio Hubble.
Abbiamo combinato queste due misurazioni di emissione e assorbimento per stimare la densità, la pressione e la temperatura del gas ionizzato e questo ci consente di capire meglio da dove proviene questo gas“, afferma Dhanesh Krishnarao, autore principale del nuovo studio.

A differenza delle rilevazioni effettuate nell’ultravioletto, ora gli astronomi possono sondare i parametri in aree vaste, sia sopra che sotto il piano galattico, per valutare se i modelli sin qui costruiti possano reggere le ipotesi.

La regione centrale della nostra galassia è stata a lungo difficile da studiare nel visibile a causa delle fredde polveri interstellari sulla linea di vista, ma il telescopio WHAM, con cui è avvenuta l’osservazione, ha fornito nuove opportunità per raccogliere informazioni in merito a galassie lontane.  I risultati sono stati annunciati alla riunione 236 dell’American Astronomical Society, che si è tenuta praticamente per la prima volta dal 1899, in risposta alla pandemia di COVID-19.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it