Published On: Gio, Lug 30th, 2020

La sonda Perseverance verso Marte: arrivo previsto il 18 Febbraio 2021

Il più grande e sofisticato rover mai costruito – un veicolo delle dimensioni di un’auto, pieno di telecamere, microfoni, trapani e laser – è partito per il pianeta rosso nell’ambito di un ambizioso progetto a lungo raggio. L’obiettivo? Riportare i primi campioni di rocce marziane sulla Terra.

La missione completa i lanci di Cina ed Emirati Arabi, e tutte dovrebbero raggiungere la destinazione dopo 7 mesi di viaggio e 480 milioni di chilometri.

Il rover a sei ruote alimentato a plutonio perforerà e raccoglierà minuscoli esemplari geologici che verranno portati a casa nel 2031 circa, in una sorta di staffetta interplanetaria che coinvolge più veicoli spaziali e paesi. Il costo complessivo? Oltre 8 miliardi di dollari.

Oltre a rispondere potenzialmente a una delle domande più profonde della scienza, della religione e della filosofia – Esiste o c’è mai stata vita oltre la Terra? – la missione fornirà lezioni che potrebbero aprire la strada all’arrivo degli astronauti già negli anni ’30 .

Dopo il lancio, avvenuto da Cape Canaveral, la sonda è entrata inaspettatamente in modalità sicura, una sorta di letargo protettivo, dopo che una lettura della temperatura ha innescato un’allarme. Ma il vicedirettore del progetto, Matt Wallace, ha in seguito affermato che la navicella spaziale sembra essere in buona forma, e che la NASA probabilmente lo avrebbe riportato al suo normale stato di crociera entro un giorno circa.

In effetti il valore è subito rientrato nella norma quando Perseverance ha lasciato l’ombra terrestre che ha fatto rilevare una temperatura più fredda in un’area del velivolo.

Quando una nave entra in modalità provvisoria, spegne tutti i sistemi tranne quelli essenziali fino a quando non riceve nuovi comandi dal controllo missione. Anche le stazioni di tracciamento della NASA hanno avuto qualche difficoltà a bloccare i segnali di Perseverance all’inizio del volo, ma alla fine hanno stabilito un solido collegamento di comunicazione.

È la più grande fuga verso Marte nella storia dell’era spaziale. Il lancio è iniziato puntualmente alle 7:50, nonostante un terremoto di magnitudo 4,2, 20 minuti prima del decollo, che ha scosso il Jet Propulsion Laboratory della NASA nella California meridionale, che sta supervisionando il rover.

I controllori del lancio a Cape Canaveral indossavano maschere e sedevano distanziati a causa dell’epidemia di coronavirus, che teneva centinaia di scienziati e altri membri del team lontani dal decollo di Perseverance, ma non hanno potuto trattenere gli applausi e gli abbracci all’uscita dall’orbita terrestre.

Se tutto va bene, il rover scenderà sulla superficie marziana il 18 febbraio 2021, in quello che la NASA chiama i sette minuti di terrore, durante i quali l’imbarcazione passerà da 19.300 km/h a zero. L’atterraggio avverrà su Jezero Crater, una distesa insidiosa e inesplorata di massi, scogliere, dune e forse rocce, su quello che più di 3 miliardi di anni fa era un lago.

Il rover memorizzerà campioni di roccia da 15 grammi in dozzine di tubi di titanio super sterilizzati.

Rilascerà anche un mini elicottero che tenterà il primo volo a motore su un altro pianeta e testerà altre tecnologie per preparare la strada per i futuri astronauti.
Ciò include attrezzature per l’estrazione di ossigeno dalla sottile atmosfera di biossido di carbonio di Marte.

Sarà la prima volta che verranno analizzati campioni di roccia marziani direttamente dal pianeta rosso. In passato, infatti, dovevamo accontentarci di meteoriti prelevati dal suolo terrestre.

Per rispondere definitivamente alla domanda della vita oltre la Terra, i campioni devono essere analizzati dai migliori microscopi elettronici, troppo grandi per adattarsi a un veicolo spaziale. Ed è per questo che è previsto il rientro del materiale.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it