Published On: Lun, Mar 27th, 2023

La acque sotterranee e le sorgenti, risorsa di valore inestimabile

L’acqua contenuta nel sottosuolo può essere di diversa origine: di natura meteorica, di origine fossile (come ad esempio imprigionata nei sedimenti marini), oppure juvenile (quella contenuta nel magma). Ma quali sono i fattori che fanno sì che le acque possano infiltrasi nel sottosuolo e diventare così acque sotterranee? Ebbene, un ruolo molto importante è quello giocato da due caratteristiche delle rocce, la porosità e la conseguente permeabilità che essa conferisce alle stesse.

POROSITA’ E PERMEABILITA’

La permeabilità, appunto, varia in funzione della porosità. Ad esempio, se versassimo un po’ d’acqua all’interno di un secchiello pieno di sabbia, in quel caso la porosità molto elevata consentirebbe l’infiltrazione dell’acqua molto facilmente e velocemente, mentre se nel nostro secchiello ci fossero limo o argilla al posto della sabbia, questi determinerebbero sicuramente una stagnazione di acqua o comunque una infiltrazione molto meno efficiente, essendo molto  meno porosi e quindi meno permeabili. Ci saranno quindi rocce che permetteranno il passaggio di acqua molto più facilmente rispetto ad altre e alcune saranno invece completamente impermeabili. In questo ultimo caso le rocce potranno permettere il passaggio dell’acqua solo in seguito a una eventuale fratturazione (permeabilità di fratturazione o permeabilità secondaria).

FALDA FREATICA

Di © Hans Hillewaert, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6256555

Quando l’acqua si infiltra nel sottosuolo prima o poi incontra uno strato impermeabile sul quale si poggia, occupando tutti gli spazi disponibili. Questa porzione di sottosuolo occupata dall’acqua prende il nome di falda freatica. La falda freatica è delimitata superiormente dalla superficie freatica, al di sopra della quale c’è la cosiddetta zona vadosa o areata, ovvero la zona di terreno in cui si infiltra l’acqua per raggiungere la superficie freatica: in quest’area non vi è completa saturazione, ma dell’acqua può comunque trattenersi per capillarità. Il livello della superficie freatica può variare in conseguenza degli apporti idrici.

Le acque del sottosuolo si muovono a velocità davvero basse, ovviamente il loro deflusso avviene in direzioni favorite dalla morfologia del territorio e dal gradiente altimetrico verso quote inferiori, verso il mare. Quando la superficie freatica va ad intersecare la superficie terrestre l’acqua sgorga in superficie, si forma così una sorgente. Le sorgenti possono essere di vario di tipo: di deflusso, di sbarramento, di trabocco, di deflusso.

FALDA ARTESIANA

Quando un acquifero è invece imprigionato tra due strati di roccia impermeabili si parla di falda artesiana; in questo caso l’acqua non può raggiungere la superficie se non grazie all’ausilio di pozzi. Il fatto che l’acqua non possa raggiungere il suo livello naturale di superficie freatica – in quanto bloccata superiormente da una strato roccioso impermeabile – fa sì che essa sia sottoposta a pressioni elevate. Il livello che raggiungerebbe in assenza di detto strato roccioso superiore viene detto livello piezometrico e la  superficie che occuperebbe piezometrica.

I pozzi che pescano nella falda artesiana devono avere la loro bocca di uscita al disopra del livello piezometrico (pozzo artesiano zampillante), altrimenti l’acqua non potrebbe zampillare all’esterno del pozzo, se ciò in effetti non accadesse saremmo in presenza di un pozzo artesiano saliente.

Bibliografia

  • Accordi, B., Lupia Palmieri, E., Parotto, M. (1993). Il globo terrestre e la sua evoluzione. Italia: Zanichelli.
  • Bosellini A., Cavattoni T., Fantini F. (2009). Corso di scienze del cielo e della terra. Volume unico. Con espansione online. Per le Scuole superiori. Italia: Bovolenta.

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About the Author

- Laureato in Scienze Naturali con indirizzo in conservazione delle natura e delle sue risorse presso l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro, attualmente lavora per Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) come operatore didattico Oasi Lipu Gravina di Laterza. Ha ottenuto sempre presso l'Ateneo barese il titolo di dottore di ricerca in Scienze Ambientali ed è Guida Ambientale Escursionistica associata AIGAE. Contatti: manuel.marra@geomagazine.it