Published On: Gio, Gen 21st, 2021

I getti blu osservati dalla Stazione Spaziale Internazionale

Più di 100 fulmini si scagliano sulla Terra ogni secondo. Tutti ne abbiamo visto uno, eppure la scienza ha tanto da apprendere in merito a questi fenomeni. Ma non solo fulmini: l’atmosfera superiore riserva ulteriori spettacoli, talvolta nemmeno visibili ad occhio nudo, come gli spettri rossi e i getti blu.

Ora, l’osservatorio europeo Atmosphere-Space Interactions Monitor (ASIM) sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), sta aiutando gli scienziati a gettare nuova luce su tali fenomeni meteorologici e sulle loro caratteristiche.

Per fare ciò, ASIM utilizza telecamere ottiche, fotometri e rilevatori di raggi X e gamma, appositamente installati nel 2018.

I GETTI BLU

I getti blu sono tipi di fulmini che si verificano verso l’alto nei cumulonembi. Sono generalmente associati ai temporali più violenti, possono raggiungere la quota di 50 Km nella stratosfera e durare meno di un secondo.

Possiedono una forma conica allungata e possono essere osservati nella loro interezza da un paio di centinaia di chilometri dalla nube.

A differenza degli spettri rossi, essi tendono a manifestarsi anche in assenza di una scarica elettrica in direzione opposta, rendendoli ancora più interessanti e misteriosi.

Non è chiaro se essi possano influenzare la concentrazione di gas serra nell’atmosfera della Terra; ed è per tale motivo che la ricerca necessita di ulteriori osservazioni.

IL DOCUMENTO

Il documento dell’ASIM, pubblicato sulla rivista Nature, è un punto culminante dei fenomeni che avvengono sopra le nostre teste. Grazie alla collaborazione internazionale a supporto del progetto, sarà possibile sciogliere ulteriori nodi sui più complessi meccanismi che generano questi spettacoli naturali.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it