Published On: Dom, Giu 19th, 2022

Siccità: il punto della situazione e possibili soluzioni

Complici le temperature elevate del periodo, tutti parlano della siccità estrema che sta colpendo in particolare il nostro Paese. Andiamo a vedere però i dati dell’osservatorio del CNR che studia proprio questi fenomeni. L’ultimo bollettino recita così: 

La siccità che ormai perdura da diversi mesi sulle regioni settentrionali si sta allargando anche al centro-sud. Le precipitazioni occorse fra fine Aprile e Maggio hanno apportato sollievo al terreno e aumentato i livelli di fiumi e laghi solo per un breve periodo e sono risultate comunque non diffuse[..].

Indice di siccità in Italia (ultimi 12 mesi) (Credit CNR)

I dati parlano di siccità estrema, in particolare per le regioni del nord Italia, ma la situazione si sta estendendo anche ad alcune regioni del sud. Sempre il CNR parla di siccità che in alcune regioni del nord, nei primi 5 mesi dell’anno, non si vedeva dal 1959. La scienza ci invita però sempre a non generalizzare le cose e a ponderarle, e quindi è anche giusto dire che la situazione non è estesa a tutto il Paese, ma ci sono alcune note positive come in Sicilia e in Sardegna dove le piogge sono state abbondanti nei mesi scorsi. Comunque una buona fetta del Paese si trova per ora in condizioni normali. 

Di certo nelle regioni del nord, e in particolare nel bacino del Po, oltre ad essere residente molta gente, si svolgono diverse attività produttivr legate all’utilizzo dell’acqua e dunque la notizia assume una maggiore rilevanza. Per dirla in modo scientifico, la vulnerabilità di questi territori alla siccità è maggiore.

SITUAZIONE SUL PO

Idrometro del Po a Pontelagoscuro (FE) – (Credit ARPAE)

Andiamo a leggere il livello idrometrico del Po a Pontelagoscuro. Siamo a Ferrara nella parte finale del bacino padano. I dati ARPA Emilia-Romagna dell’idrometro parlano di un livello di circa -7 metri. Cosa significa? (di come si misura ne avevamo parlato qui). Significa che in una sezione del fiume dove è stato posizionato il misuratore del livello di acqua è stato fissato un valore pari a zero, che corrisponde ad un valore deciso da chi ha progettato il sistema di misura (dovrebbe corrispondere ad un livello ordinario di magra). In questo caso siamo 7 metri più in basso. Ovviamente questi valori sono diversi da sezione a sezione di misura e dunque non può essere preso come riferimento assoluto, ma di certo il dato ci conferma come l’acqua all’interno del bacino del Po sia molto bassa. Da notare che nella stessa Emilia-Romagna i corsi d’acqua che scendono dall’Appennino si trovano invece in condizioni di magra e non di siccità estrema. 

SPRECHI E PERDITE

Come dicevamo le attività produttive, ma anche quelle residenziali e il turismo necessitano di grandi quantità di acqua e dunque questo bene è importante utilizzarlo in maniera oculata. Gli sprechi sono tantissimi, iniziando da quelli domestici. Docce prolungate, acqua che scorre mentre ci si lava i denti e seppur queste piccole cose possano sembrare ininfluenti, provate a moltiplicarli per i tanti abitanti che popolano il nostro Paese. Ovviamente c’è chi ha da tempo acquisito una sensibilità al problema e utilizza già degli accorgimenti in termini di risparmio di acqua. 

Le reti acquedottistiche civili e industriali perdono ogni anno in tutto il Paese oltre il 40% della risorsa. Una quantità immane di acqua che viene persa per conduttore obsolete o non manutenute. Questo è dunque un punto su cui di certo bisogna intervenire. Se ne parla da anni, ma primo non è semplice e secondo le perdite non sono localizzate, ma disperse su km e km di condotte.

INVASI E SERBATOI

Per quanto riguarda gli invasi, e cioè le dighe che formano i serbatoi di acqua, molti negli anni si sono riempiti di detriti che hanno fortemente ridotto la capacità di stoccare acqua. La complessità, soprattutto burocratica, di rimuoverli fa si che la possibilità di trattenere risorsa idrica nei periodi più umidi si riduca drasticamente. C’è poi il caso di molti bacini artificiali mai conclusi, oppure conclusi o mai entrati in servizio. Ne troviamo molti in giro per il Paese, in particolare in alcune regioni del sud come la Calabria. Ve ne sono anche alcuni in progetto, ma non è di certo oggi facile realizzare bacini nuovi per svariati motivi. Di certo un bacino offre innumerevoli possibilità, seppur realizzarlo non sia ad impatto zero, ma permette di utilizzare l’acqua per uso idropotabile, per produzione di energia rinnovabile e spesso diventa anche un luogo di attrazione. Alcuni dei laghi più belli in Italia, sono proprio artificiali e sono anche diventati nel tempo meta di turismo e/o sono state istituite delle aree protette. Su nuove dighe c’è però molta avversione e non sarà una via facile da percorrere.

In ultimo resta la possibilità di utilizzare la risorsa in modo attento. Sarebbe intelligente, ove possibile,  di recuperare l’acqua piovana con dei serbatoi, magari anche per utilizzi meno nobili di quelli potabili, come potrebbe essere per gli sciacquoni del bagno. Immaginate quanta acqua potabile utilizziamo per questo uso?! Ridurre in generale gli sprechi localizzati e le perdite come dicevamo prima deve diventare d’obbligo.

ENERGIA IDROELETTRICA

Dal punto di vista energetico l’acqua è la prima fonte rinnovabile in Italia. Grazie a 20 GW (20 milioni di kW) di potenza installata idroelettrica l’energia idrica continua oggi ad avere un ruolo fondamentale nel sistema elettrico italiano e lo avrà ancora di più in futuro con la transizione energetica. Di certo anche il settore ne sta risentendo con questa siccità e immaginate la congiunzione con la situazione della scarsità delle materie prime a livello geopolitico. Dunque anche in questo settore sarà importante efficientare gli impianti, utilizzare salti residui, recuperi energetici ecc per efficientare al massimo l’acqua che già viene prelavata per questi usi. Nel settore idroelettrico, che è spesso strettamente legato ai grandi bacini, incombe però la scadenza delle concessioni al 2029. Questa cosa pone in grande difficoltà i gestori che hanno ormai pochi anni per ammortizzare eventuali nuovi investimenti. La partita della concessioni, fortemente voluta da alcune regioni italiane, rischia però di mettere in crisi il settore e di esporlo a investitori stranieri che potrebbero portarsi a casa un bene strategico per il Paese, non solo dal punto di vista energetico, ma anche di gestione della risorsa idrica.

PIANO NAZIONALE

Al problema siccità è dunque necessario un piano nazionale che non si perda nei rivoli delle venti regioni italiani e che prenda di “petto” la situazione, poiché oscillazioni delle quantità d’acqua possono essere gestite solo con importanti interventi strutturali e culturali. Il problema della siccità, ma comunque della cattiva gestione dell’acqua, può mettere sotto scacco l’intera economia del Paese e dunque si fa appello alle istituzioni che vadano ad occuparsi al più presto della nostra risorsa più importante: l’acqua. 

Fonti consultate: CNR, FAI, ARPAE

About the Author

- Ingegnere Ambientale, laureato presso il Politecnico di Torino, si è specializzato in difesa del suolo. Oggi si occupa di progettazione di impianti ad energia rinnovabile e di sviluppo sostenibile della montagna, con focus sulla mobilità elettrica. Volontario di Protezione Civile, ama la natura, ma anche i social media e la fotografia. Per compensare la formazione scientifica coltiva lo studio della storia e delle scienze politiche. * Contatti: giuseppe.cutano@geomagazine.it * * IG: @latitude_45