Published On: Dom, Feb 19th, 2023

Una sonda nell’orbita di Urano: la nuova idea della NASA

La Nasa nel 2032 sta pensando di inviare una sonda verso Urano. E’ quanto sostiene su Science Kathleen Mandt, una scienziata planetaria presso l’Applied Physics Laboratory della Johns Hopkins University.

Negli ultimi tempi Marte ha acquisito tutta l’attenzione degli scienziati planetari. I vantaggi del pianeta rosso rispetto al lontano gigante gassoso sono la sua minore distanza e la presenza di una superficie rocciosa. E’ noto, infatti, che i pianeti che hanno una densa atmosfera sono più difficili da studiare, soprattutto se non forniscono un posto dove atterrare.

Tuttavia, la ricerca di questi mondi non è meno importante e tra nove anni sarà una buona occasione di lancio per Uranus Orbiter and Probe (UOP). Giove quell’anno sarà allineato alla Terra e permetterà una manovra a fionda verso il pianeta oggetto di studio.

Urano vanta un’inclinazione di 90° rispetto al suo percorso orbitale, conferendogli un aspetto diverso dagli altri pianeti del nostro sistema solare. L’inclinazione conferisce al pianeta anche un’estrema variazione stagionale poiché gira intorno al sole una volta ogni 84 anni. E rende le osservazioni dalla Terra torbide e nebbiose, che non aiuta la ricerca.

Solo un velivolo si è avventurato su Urano – Voyager II, nel 1986 – ma era solo di passaggio.
Urano è considerato un gigante di ghiaccio a causa dei due elementi pesanti che costituiscono la maggior parte della sua atmosfera: elio e idrogeno. Ha anche 27 satelliti naturali e anelli che circondano il pianeta.

Di esso non si conosce molto, per cui la Nasa ha intenzione di posizionare una sonda in orbita permanente attorno ad esso. La strumentazione di cui sarà dotata rivelerà la vera natura dell’atmosfera del pianeta, determinerà se il suo nucleo è fatto di roccia o ghiaccio, e forse spiegherà com’è arrivato ad avere una così strana inclinazione. Potrebbe anche aiutare negli sforzi volti a imparare come si formano i giganti di ghiaccio.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it